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Home » Archivi per Settembre 2020 » Pagina 2

Archivi per Settembre 2020

DAL NO AL SI

Domenica 27 settembre

Visita il sito di don Giovanni Berti www.gioba.it

«In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

(dal Vangelo di Matteo 21,28-32)

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27 settembre – S. Vincenzo de’ Paoli sacerdote

27/09 DOMENICA – S. Vincenzo de’ Paoli sacerdote

Ez 18,25-28; Sal 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32

OFFENDERE DIO

Domenica 20 settembre

Visita il sito di don Giovanni Berti www.gioba.it

Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

(dal Vangelo di Matteo 20,1-16)

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INSIEME, OLTRE LE DIFFICOLTÀ

I Colony House sono un quartetto indie rock del Tennessee fondato da Caleb Chapman e Will Chapman, due dei figli del pluripremiato artista americano di Contemporary Christian Music, Steven Curtis Chapman. Il loro suono può ricordare vagamente One Republic, U2, Cold war kids, Needtobreathe.

Nel 2014 hanno pubblicato “When I Was Younger”, trascinato dal singolo “Silhouettes”, a cui ha fatto seguito nel 2017 “Only the Lonely”, che personalmente ho apprezzato un sacco. All’inizio del 2020 la band è tornata con il terzo album “Leave What’s Lost Behind” che contiene i singoli: “Everybody is looking for Some Light”, “Original Material”, “Where I’m From”.

A sorpresa, in linea con le riflessioni legate a questo periodo storico di incertezza, i Colony House hanno realizzato un brano sull’importanza di unirsi per affrontare le difficoltà. S’intitola “When The Walls Come Crashing Down” e il ritornello finale recita: «Quando i muri saranno crollati e l’ultima pietra toccherà terra, nel silenzio, noi saremo il suono di una canzone che il mondo canterà all’unisono. Quando avremo raggiunto l’altra parte e avremo lasciato ciò che è andato perso, quando danzeremo nella luce, una canzone risuonerà e noi la canteremo per sempre. La canteremo insieme».

Per essere più incisivi nell’idea di unità, ai Chapman e soci si sono uniti Jon Foreman degli Switchfoot e la folk singer texana Jillian Edwards.
La canzone non è inclusa nell’ultimo full-length dei Colony House, ma è disponibile in tutte le piattaforme digitali.

Visto che abbiamo accennato agli Switchfoot, mi pare doveroso raccontarvi che la band di San Diego ha sfruttato la quarantena per realizzare un Ep che contiene le cover di sei noti colleghi: Frank Ocean, Vampire Weekend, The Chainsmokers, The Verve, Harry Styles, Jon Bellion. S’intitola semplicemente “Covers”. Il disco uscito per l’estate raccoglie sei inni di speranza che i Foreman invitano a cantare assieme a loro e tra amici nonostante il distanziamento, proprio attraverso lo streaming.
Il primo video estratto da queste EP è stato “Swim Good” (dal mixtape “Nostalgia, Ultra” del 2011 di Frank Ocean). Nel video si trovano scene di surfers e alcune citazioni da “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway: «Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai» e «L’uomo non è fatto per la sconfitta».
Questo è il link al Video.

Leggi gli altri articoli in “Fede e musica”

NON TROVEREMO LA SCUOLA CHE ABBIAMO LASCIATO

In questo periodo la scuola ha i riflettori puntati su di sé, l’attenzione pubblica in merito è altissima. “Come rientreremo?” è la domanda che mi viene posta di frequente. Generalmente sono abituato a domande ben più impegnative sotto il profilo teologico. Questa rientra nel campo dell’ignoto.

Ne abbiamo sentite davvero di tutti i colori: lezioni metà a casa e metà a scuola (che ricorda la famosa “bizona” del mister Oronzo Canà!) proposta dalla Ministra dell’Istruzione, plexiglas tra i banchi, lezioni in parrocchia, nei parchi, nei teatri (non hanno nominato le spa), banchi anticovid con rotelle, senza rotelle, rime buccali, metri statici e metri dinamici, no alle cattedre (ma questa è una vecchia battaglia delle innovatrici della didattica).

Insomma, in alcuni momenti non si capiva se quanto proposto fossero bizzarre farneticazioni, invenzioni della stampa per riempire le pagine dei giornali o proposte serie.

C’è tanta confusione nel mondo della scuola, paragonato ad un enorme elefante per lo Stato, che conta otto milioni di studenti, sedici milioni di genitori, e quasi un milione di docenti a cui si aggiunge il personale non docente che per diversi motivi rientra nel comparto scuola. Mettere mano a questa mastodontica macchina richiede risorse, efficienza e competenza: faccio fatica a scorgere una sola di queste qualità negli ultimi governi del nostro Paese. Solo con l’emergenza della pandemia ci si è resi veramente conto di avere scuole fatiscenti, banchi con il calamaio, classi pollaio e un corpo docente avanti negli anni. E’ l’Italia del giorno dopo che, davanti alle emergenze, si accorge della trascuratezza e della negligenza della politica degli anni passati.

Una volta archiviati questi discorsi mi rendo conto – da insegnante – che tra qualche giorno ritroverò i miei alunni. Questo insolito inizio di anno scolastico pone ogni insegnante davanti ad uno scenario nuovo. Non penso più alla scansione temporale degli argomenti, alla sistemazione delle aule, ai libri da proporre: davanti ai nostri occhi avremo degli alunni che vengono da un periodo di pandemia, lontani dalle aule da sei mesi, con domande e dubbi importanti. Non importa che siano bambini o ragazzi, ognuno porterà con sé un pezzo di vita vissuto e cercherà un nuovo senso a parole come “distanziamento”, “pandemia”, “isolamento”, “contagi”.

Cercheranno un senso anche con i loro insegnanti. Cosa diremo ai nostri alunni? Inevitabilmente si dovrà tener conto di questo aspetto importante; gli studenti non troveranno la scuola che hanno lasciato, alcuni dei punti di riferimento (insegnanti, compagni, organizzazione spazio/tempo) potrebbero essere messi in discussione. Inevitabilmente vivremo un periodo di disorientamento.

È il tempo di essere forti, sinceri, autentici, di mettere da parte i musi lunghi, i malumori, le polemiche, i disagi e proporre ai nostri alunni un’opportunità ancora nuova per crescere. Dovremo scherzare di più, essere allegri, positivi. Il rapporto docenti-alunni è ancora più importante in questo periodo. La bussola dei docenti dovrà puntare a ritrovare la strada anche nei momenti in cui ci si sente persi.

È il momento in cui docenti, genitori e studenti facciano squadra. Insieme navigheremo in questa barca che è la scuola: c’è qualche falla ma è nei momenti difficili che si vedono i grandi eroi e i grandi capitani.

Mi sono chiesto, in questo ultimo tempo, se potevo trovare dei sussidi per affrontare questo momento. Durante il periodo del lockdown si sono moltiplicati webinar e corsi di formazione che tentavano di analizzare questi aspetti. Al di là delle chiacchiere e delle indicazioni più o meno valide, sarà la capacità di ascoltare i nostri giovani la prerogativa assoluta per un buon inizio. Ritagliamo del tempo – soprattutto in fase iniziale – per ascoltare i nostri ragazzi, chiediamo loro quali sogni e quali paure hanno nel cuore in un momento così importante e delicato. In tal senso gli insegnanti possono fare molto, anche più delle famiglie e degli psicologi. Per il rientro a scuola sono stati interpellati virologi, scienziati, sindacati, avvocati, ingegneri ma nessuno ha posto in essere una riflessione che possa aiutare e sostenere il lavoro dei docenti. Degli insegnanti si parla solo sparando fantomatici numeri per le assunzioni (che mi sa tanto di propaganda elettorale), di contratti, scioperi.

E allora avanti tutta, in alto i cuori e animi allegri. Mettiamo nelle nostre borse più sorrisi, più ascolto. Aiuterà tutti a ripartire non con la paura ma con il coraggio di affrontare nuove sfide. Almeno finché durerà.

Leggi gli altri articoli in “Scuola”

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19 Dicembre 2018 By Àncora Editrice 1 commento

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