Qualche anno fa nella mia scuola c’era un Dirigente Scolastico che, seguendo scrupolosamente i dettami di una circolare ministeriale, vietava l’uso del telefono cellulare in classe. L’atteggiamento di tale Dirigente era del tutto inquisitorio: il cellulare non poteva essere neanche poggiato sulla cattedra in quanto considerato uno strumento capace di distogliere l’attenzione dell’insegnante dal proprio lavoro. In linea teorica questo potrebbe anche essere vero, in pratica però gli smartphone, i tablet e i computer sono entrati sempre più nella vita quotidiana di ognuno di noi e, di conseguenza anche nella didattica dei docenti.
A volte, durante le mie lezioni mi capita di collegarmi ad internet per una ricerca veloce sui temi trattati, per cercare ad esempio il significato di una parola, l’esatta posizione geografica di un lago o addirittura un versetto della Bibbia. Internet, con la sua fruibilità, in classe può diventare un rapido supporto alla didattica.
Nel mio caso, insegnando nella scuola primaria, i bambini non portano il cellulare in classe pertanto l’uso di questo dispositivo è nullo, contrariamente a quanto accade nella scuola secondaria. Questo strumento può facilmente essere utilizzato dai ragazzi per cercare delle informazioni su un determinato argomento. Un uso a 360° che non sempre deve essere bandito. Ovviamente in classe nessuno deve abbassare gli sguardi: per una comunicazione umana e non condizionata dalla tecnologia gli occhi del docente devono sempre incontrare quelli degli studenti. In questi ultimi anni anche i libri di testo strizzano l’occhio alla tecnologia: si possono scaricare tutti in versione digitale da casa ed offrono a docenti e studenti numerosi materiali interattivi. Nonostante tutto ciò, la sensazione è quella che vede l’insegnante ancora legato al libro tradizionale. Questa offerta digitale può aiutare gli studenti ad imparare giocando.
Il quiz online
Negli ultimi tempi ho proposto ai bambini un gioco multimediale di nome Kahoot, che offre agli insegnanti la possibilità di creare dei veri e propri quiz con cui gli studenti si cimentano negl argomenti trattati.
L’insegnante deve collegarsi al sito di Kahoot e, una volta effettuata la registrazione, può iniziare a costruire dei quiz su un tema a scelta. Ogni domanda può avere dalle due alle quattro risposte valide e possono essere aggiunti anche immagini o video. Per un determinato argomento l’insegnante può inserire tutte le domande che vuole, assegnando anche un tempo massimo per dare la risposta. Una volta costruito tutto il gioco, agli studenti verrà chiesto di collegarsi, (dai pc collegati ad internet o dagli smartphone), alla pagina play. Lì, dovranno inserire il codice che lo stesso insegnante fornirà loro. A quel punto si potrà iniziare a giocare: letta la domanda, l’alunno potrà scegliere tra le risposte date. Ad ogni risposta viene attribuito un punteggio, determinato sia dall’esattezza della risposta che dal tempo impiegato per rispondere. Kahoot non ha solo una grafica semplice e chiara ma anche delle musiche interessanti che, durante il gioco, aumentano la suspense.
Dopo ogni domanda viene proiettata la classifica parziale e, al termine della partita, i giocatori che si sono piazzati sul podio.
La mia esperienza con Kahoot è molto positiva. I bambini giocano con entusiasmo e spesso imparano giocando, mentre da l’insegnante posso osservare le diverse abilità dei ragazzi e le loro conoscenze sugli argomenti trattati.
Sempre dal sito è possibile scaricare, in un secondo momento, tutti i dettagli della partita, quindi conoscere la percentuale delle risposte corrette o meno, individuando così i punti su cui orientare, in cui fosse necessario, un rinforzo didattico.
Altre materie
Interessante è l’uso che si può fare di Kahoot anche nella matematica, nella geometria e nelle materie scientifiche cambiando la modalità di risposta (ad esempio, si chiede di scegliere una sequenza logica).
Le partite giocate a scuola sono sempre ricche di entusiasmo e, tra una risposta e l’altra, spesso si odono grida di esultanza, rendendo l’esperienza gratificante (non per le orecchie!) e divertente.
Non possiamo chiudere gli orizzonti alla tecnologia così come la intendeva il Dirigente di cui si parlava in apertura; sarebbe un errore chiudersi in questo senso così come altrettanto grave sarebbe dimenticare, da parte di un insegnante, che il dialogo e lo scambio umano sono alla base del processo di apprendimento. C’è sempre una via di mezzo…
Andrea Gironda
Mi intrufolo nello spazio dell’amico Andrea, ma solo per poche righe. Anch’io ho usato Kahoot, in una scuola secondaria di primo grado (ma sì, chiamiamole “medie” che non si offende nessuno). Mi è servito per un ripasso: i ragazzi, divisi in gruppi, non hanno dovuto rispondere a un quiz, ma ne hanno proprio “costruito” uno, ideando le domande e trascrivendole al computer. Gli argomenti? A scelta libera, purché riguardasse il programma di religione affrontato nell’anno. Si sono impegnati, molto e, nell’elaborazione del quiz, sono stati perfino troppo severi (una possibile domanda, che ho stoppato: dove si trova la famosa icona della Madonna nera? a) Czestochowa; b) Cezstochowa; c) Czestohcova; d) Czestochohwa. «Ma ragazzi – ho un po’ sbottato – se la facessi io in una verifica direste che sono troppo severo, e avreste ragione!».)
E il gioco? C’è stato anche quello, con i quiz ideati dalle altre classi.
LG
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