“Chiedetelo ai vostri bambini” non è solo il titolo del mio nuovo libro. Come talvolta capita, per l’autore la scelta del titolo è la più difficile: o è subito chiaro oppure si brancola nel buio. Quali parole scegliere per riassumere il contenuto di un libro?
Non avevo le idee chiare in merito. Confrontandomi con lo staff editoriale di Ancora, abbiamo individuato questo titolo. Inizialmente l’ho accolto con simpatia, poi ho preso consapevolezza che, oltre ad essere il titolo del libro, queste parole sono lo slogan della mia vita, un modo di lavorare che perseguo da sempre. Generalmente gli insegnanti sono i destinatari delle domande; in questo caso le parti si sono invertite e ho voluto ascoltare le risposte e le idee dei miei alunni su ventiquattro domande ispirate ad un testo attribuito a Madre Teresa di Calcutta.
Costantemente ascolto il punto di vista dei bambini e cerco di stimolare in loro riflessioni e domande. Mi preme sempre comprendere e per far ciò è necessario aprirsi al confronto, interpellare le Sacre Scritture, i saggi, i filosofi, i pensatori, i musicisti, i poeti e… i bambini! Ai nostri giovani dobbiamo porre domande senza offrire risposte prestabilite e ascoltare quanto di meraviglioso hanno da dire; sono loro le sentinelle di una cultura che cambia.
Chiedetelo ai vostri bambini
Punti di vista, punti di vita
I punti di vista non sono altro che punti di vita. Nel raccogliere le perle che quotidianamente mi vengono offerte dai bambini mi sono avvicinato ancora di più al loro mondo, tenero e spensierato, profondo e leggero, delicato e vivace. Mi rendo conto di assistere ogni giorno ad un piccolo spettacolo, dove la cattedra è la platea e i banchi con i bambini sono il palcoscenico: io, spettatore non pagante, assisto allo spettacolo. Si interscambiano i ruoli di maestro-alunno e di alunno-maestro.
C’è poi la scrittura, la mia grande passione oltre alla musica, coltivata da sempre, fin da giovanissimo quando appuntavo le mie esperienze in alcuni diari. Un’esperienza un po’ insolita per un ragazzo, eppure come ho sentito dire in seguito, il diario è la palestra per uno scrittore. Annotavo esperienze ed emozioni: la vita merita di essere raccontata, già all’epoca ne ero convinto.
Ad un certo punto della mia esistenza la scrittura si è incontrata con il mondo della scuola e dei bambini, dando vita a due libri, “Anche i pidocchi vanno in Paradiso” pubblicato nel 2017 e “Chiedetelo ai vostri bambini” in uscita in questi giorni. Una raccolta di domande nel primo caso e una di risposte in quest’ultimo. Nelle domande c’è la curiosità, la voglia di conoscere, di approfondire e di saziare la sete di conoscenza dell’uomo, comune a tutte le età della vita. I bambini, anche i neonati, sono spesso più curiosi degli adulti. E si rimane giovani quando si conserva questa innata voglia di conoscere.
La vita dei bambini ruota intorno a quei sani valori che fanno parte della legge naturale scolpita nel cuore dell’uomo: l’onestà, la sincerità, l’amicizia, l’amore per gli altri, la giustizia. Sono valori che perseguono con grande impegno, oserei dire con “professionalità”, come afferma Madre Teresa (“i migliori professionisti? I bambini”). E questi valori li ricordano costantemente agli adulti anche nei piccoli gesti.
Seppur nella scuola non entro direttamente in contatto con la fede dei bambini, non è da sottovalutare la loro costante ricerca di Dio; i bambini sono teologi esigenti, non si accontentano facilmente. Nei miei studi universitari ricordo il pensiero articolato e a volte complesso di teologi e filosofi: i bambini, nel loro piccolo, non sono da meno.
Il libro ha ricevuto come dono la prefazione di Fabio Colagrande, giornalista e amico da tanti anni, il quale ha colto un aspetto importante: in classe “si respira un’atmosfera spontanea di partecipazione, condivisione e allo stesso tempo di grande libertà. Nessuno si vergogna a raccontare i suoi clamorosi fallimenti o a confessare le proprie sofferenze. Ma soprattutto nessuno ha paura di essere felice e di ammetterlo”. In classe spesso confrontiamo esperienze personali: i bambini mi parlano del loro vissuto, confrontiamo epoche ed età diverse, ci raccontiamo la vita! Nel libro ho voluto riportare la cronaca di quanto accade, con le parole dei bambini, con le emozioni e le tante risate che condividiamo giorno dopo giorno.
A chi generosamente lo accoglierà, oltre alla mia riconoscenza, auguro di vivere l’incanto che solo i bambini sanno offrire.
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