Correva il tempo d’avvento dell’anno 1997 quando imperversava nelle discoteche di mezza Europa “Come into my life”: successo musicale di Gala.
Prodotto da Molella di Radio DJ e Phil Jay e scritto da Gala con Filippo Andrea Carmeni e Maurizio Molella, è il secondo singolo, tratto dall’omonimo album e raggiunge la vetta delle classifiche in Italia, Spagna ed Israele, conseguendo il disco di platino in Belgio e quello d’oro in Francia.
Ovviamente non si tratta di musica di ispirazione cristiana, ma il brano di Gala Rizzatto (così all’anagrafe) si presta come ritornello ideale per il periodo liturgico che stiamo vivendo: l’avvento.
Maràna tha, vieni Signore, vieni nelle nostre vite, potrebbe riecheggiare nelle parole “Come into my life”.
Reinterpretando liberamente il testo della canzone, ci ritroviamo a “percorrere vie secondarie per raggiungere la nostra meta, viaggiamo anche di notte e ci muoviamo troppo velocemente, sotto la luce costante della luna”.
L’autrice si porta dietro le sue paure e la morte, nell’attesa del domani, del momento che spazzerà via i suoi timori e canta nel ritornello: «Vieni, vieni, vieni nella mia vita. Vieni, vieni, stai con me, nessuno mi ama abbastanza da salvarmi».
Nella seconda strofa, Gala comincia a porsi delle domande, mentre si ferma a respirare nel silenzio della notte: «Arriverò mai al luogo in cui sto andando? Ripeto il tuo nome dentro di me, mentre la luna resta immobile, seguendo la mia corsa». La luce della luna si configura come una promessa antica, un desiderio da sempre presente nel cuore di ogni uomo, che lo interpella e sta per essere rivelato.
Così le strofe si susseguono in una presa di coscienza che non lascerà inaridire il suo cuore: «Se ti dicessi che ti dimenticherò, mentirei. Ti cerco e ti sto aspettando poiché a prescindere da ciò che faccio nella vita, la luna rimane costante nel cielo. Fino ad oggi pensavo che il mondo avesse ragione, ma in questo silenzio sento una voce dentro di me che dice: “Vieni nella mia vita”».
Ammetto di aver forzato la mano, ma possiamo davvero vivere il tempo dell’avvento come un’occasione preziosa per fare silenzio e riscoprire il nostro desiderio del Signore e la sua presenza nella nostra quotidianità.
Non lasciamoci distrarre percorrendo vie secondarie e non facciamoci travolgere dalla fretta inutile del fare. Recuperiamo il silenzio e la relazione personale con Gesù e, come Gala, invochiamolo: «Come, come, come into my life! Come stay with me. Nobody loves me enough to save me». E ancora Lui nascerà nei nostri cuori portando la luce che spazza via ogni timore.
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