“Maestro, quale religione ti piace di più?”. Questa interessante domanda mi è stata posta al termine della spiegazione sulle diverse religioni non cristiane, argomento già complicato di suo, reso ancor più difficile dalla didattica a distanza.
Presento ai bambini di quinta una panoramica generale delle religioni diffuse nel mondo, affrontando la tematica con grande slancio e cercando di approfondirne, lì dove è possibile, tutti gli aspetti.
La Chiesa Cattolica, nella dichiarazione “Nostra Aetate”, uno dei documenti del Concilio Vaticano II, si è espressa chiaramente nei confronti delle religioni non cristiane
La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini.
Nostra Aetate, “Le diverse religioni”
Si parla di raggi di verità sante e rispettabili che ogni religione possiede. Vista la pluralità religiosa del nostro Paese, siamo chiamati a conoscerle, ad indagare su quali presupposti si basano le religioni professate dei nostri conoscenti o amici stranieri.
Nel corso degli anni frequentando la casa di un mio grande amico ho imparato ad apprezzare l’ebraismo; mi ha sempre affascinato la dimensione casalinga degli ebrei dove l’ambiente domestico si fa tempio e luogo di devozione. Un oggetto che attirava la mia attenzione era la mezuzah, un astuccio contente un frammento della Torah applicata in prossimità della porta di casa. Il mio amico vi si soffermava prima di uscire per chiedere protezione. In quella casa c’era una simbologia sobria ma inequivocabile. Prima della Pasqua lo accompagnavo in un negozio ebraico dove lui acquistava ciò che gli serviva per la cena pasquale: mentre io trascorrevo le mie giornate in chiesa celebrando la Pasqua, loro si riunivano in casa. La Pasqua per gli ebrei ha un carattere familiare, di fratellanza, ripercorrono la storia mangiando cibi particolari, rispettando regole rigide nella preparazione dell’ambiente domestico. Una volta partecipai alla preghiera della Chanukkah, la festa delle luci. Ricordo che mi fu donata una kippà (il copricapo che gli ebrei maschi indossano durante la preghiera), le candeline illuminavano la piccola cucina in cui ci trovavamo mentre il mio amico recitava le preghiere in ebraico, lingua che non capisco ma che mi affascina con la sua sonorità.
Dell’Islam mi vengono subito in mente le cantilene che, ad alto volume, vengono trasmesse dai minareti per chiamare i fedeli alla preghiera. E mentre la lingua loda Dio invitando i fedeli a pregare, i loro corpi sono rivolti verso La Mecca; il cuore si volge verso ciò che è sacro. L’arabo ha suoni che mi affascinano, ha una intensa musicalità; è la lingua ufficiale dell’Islam che accompagna tutta la vita del muslim (musulmano) fin dalla sua nascita. Non si diventa musulmani, vi si nasce. Potrebbe sembrare una coercizione della libertà personale, io credo invece che sia naturale acquisire la religione dei propri genitori.
Più distanti dalla nostra cultura, ma non per questo meno affascinanti, sono le religioni orientali. C’è un’antica saggezza proveniente da angoli e tempi remoti dell’India, della Cina, del Giappone. Civiltà con una ricchezza importante, austera e impenetrabile, affascinante quanto misteriosa. Mi piace leggere i testi di Confucio, maestro filosofo che ha trascorso la sua vita ad insegnare alla gente il modo per vivere in pace e in armonia, rispettando valori antichi e dimenticati come la gentilezza, il rispetto dei propri antenati, la sobrietà, la saggezza e la credibilità. Quanti valori e modi di vivere, il nostro ricco Occidente, dovrebbe recuperare dall’osservazione di queste culture?
Le religioni orientali, come il buddismo che tanto affascina gli italiani, hanno un legame con la trascendenza diverso dalla nostra concezione e dalla nostra cultura; apparentemente lasciano l’uomo più libero ma anche più solo. Il sacro e la filosofia formano un binomio importante per raggiungere l’armonia.
I “raggi di verità” sono disseminati un po’ ovunque. Ai bambini ho risposto che ovviamente amo la religione in cui credo ma che non bisogna mai limitare i propri orizzonti; studiare, imparare e osservare non può che portarci verso nuove consapevolezze, aiutandoci a riflettere anche su ciò che è proprio di altre religioni e che è caro ad altri popoli e culture. Scopriremo anche molto di più di noi stessi.
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