Ho proposto ai miei alunni di rispondere ad una domanda che Lorenzo Galliani ha rivolto ai suoi studenti: “Quale oggetto porteresti con te per un lungo viaggio?”. Nel video i suoi ragazzi offrono delle risposte molto interessanti, così come altrettanto generosamente hanno espresso i miei bambini delle quarte e quinte. I loro punti di vista spesso nascondono punti di vita.
Moltissimi hanno risposto dicendo che porterebbero una fotografia della propria famiglia: per alcuni rappresenterebbe una consolazione nei momenti di solitudine, per altri una presenza rassicurante. Agnese porterebbe Arold, un orsetto che i suoi genitori le hanno comprato quando aveva due anni, come Edoardo porterebbe il pupazzo di Nemo che gli fu regalato durante una gita a Zoomarine: “Quando lo vedo mi ricorda la mia famiglia e quella meravigliosa giornata”.
Andrea porterebbe uno zaino grande, dove poter mettere ciò che troverà durante il viaggio. Un altro bambino di nome Andrea invece ha risposto che porterebbe il suo tablet: “Potrei continuare a vedere e sentire i miei amici e i miei parenti così mi sentirei meno solo. Inoltre potrei seguire la mia squadra, la Juventus”. Pratico, non c’è che dire! Giulia invece porterebbe una collana regalatale da una sua amica che vive in un’altra città: “Tengo molto a questa collana perché, vivendo lontane, non abbiamo molte possibilità di vederci”.
Samuele porterebbe un quadro appeso nella sua camera che ritrae tutta la sua famiglia: “Se mi trovassi nel deserto quel quadro per me significherebbe protezione e fiducia in me stesso”. Anche Riccardo sceglierebbe delle fotografie, tra queste una in particolare ha attirato la mia attenzione: quella in cui, dice Riccardo, “ci sono i miei amici di scuola e tutti i miei maestri perché la scuola è la mia seconda casa e loro sono la mia seconda famiglia”. Valerio invece porterebbe qualcosa per sentire la musica: “Penso molto quando la ascolto e questo mi piace” afferma il mio alunno che cerca pace e ispirazione nella musica.
Tra i miei alunni ci sono anche coloro che amano la lettura e la scrittura, come Giorgia che porterebbe carta e penna per scrivere quello che vede durante il viaggio.
Mi ha colpito l’oggetto che porterebbe Federico: “Un diario, uno tra i pochi oggetti che ha molte funzioni. Con un diario ci si può pure esprimere in vari modi: scrivere una lettera d’amore, fare un disegno o leggere una poesia. Io porterei un diario soprattutto per non sentirmi solo, questa è una grande caratteristica del diario ovvero che quando tu ci scrivi qualcosa inizi sempre con ‘Caro diario’ e quindi è come se gli stessi raccontando, e molte persone non si accorgono che è un oggetto speciale”. Ho consigliato a Federico di dar seguito a questo proposito: il diario è la palestra degli scrittori!
Sara porterebbe il suo libro preferito che parla di amicizia: “Mentre lo leggo mi sembra di diventare uno dei personaggi della storia”. Anche Tommaso porterebbe un quaderno che gli fu regalato dai genitori in prima elementare: “Scrivo le cose che mi sembrano importanti e che i miei genitori mi hanno insegnato: essere gentile, essere umile e poi tante altre cose. Mi piacerebbe portarlo anche per scriverci le nuove esperienze che farò e i consigli delle persone che incontrerò, prima per migliorare me stesso, e poi magari per dare io dei buoni consigli agli altri, a partire dai miei figli come i miei genitori fanno adesso con me”, un quaderno pieno di ricchezze.
Davide, un altro artista, porterebbe le sue tempere “per non dimenticare, soprattutto in questo momento difficile, che al mondo esistono tanti colori e non solo le cose brutte! I colori per me sono importanti perché il mondo senza colori sarebbe solo grigio e nero, sicuramente più triste”.
Giorgio porterebbe invece una medaglia che ha vinto in occasione di un torneo di calcio perché “rappresenta l’impegno che si deve mettere nell’affrontare le situazioni della vita”. E infine Riccardo che porterebbe un coltellino svizzero, rispettando una tradizione di famiglia che si tramanda da diverse generazioni e che anche lui vorrebbe regalare a suo figlio.
Una volta terminata la lettura di tutti gli elaborati, una mia alunna mi rivolge la stessa domanda: e tu, maestro, cosa porteresti?
Come sempre le domande dei bambini sono insidiose; mi sono accorto, ancora una volta, che la leggerezza e la spensieratezza sono grandi virtù dei più piccoli. Non è semplice, proverò a rispondere a questa domanda nel prossimo articolo cercando di ricordare che la valigia per il mio viaggio può contenere pochissime cose. Il tempo porterà consiglio?
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