Si può essere amici di Dio? Secondo il libro della Sapienza, sì. Siamo nel capitolo settimo, i versetti dal 7 all’11 sono quelli scelti per la prima lettura di domenica 14 ottobre, e si concludono così: «Insieme a lei – la Sapienza, appunto – mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile». Bisogna andare appena tre versetti più avanti, per trovare questa frase: «Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini; quanti se lo procurano si attirano l’amicizia di Dio». Non una semplice formula di cortesia, come spiega Federico Tartaglia nel suo libro «È ora di leggere la Bibbia» (Àncora): «Sinora solo a Mosè, considerato “l’amico di Dio”, era stato riservato un simile onore, qui invece è un dono per ogni uomo che non si lasci afferrare il cuore dal potere e dalle ricchezze».
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Àncora è una casa editrice d’ispirazione cattolica. Un marchio da sempre sinonimo di testi di spiritualità ma sempre aperto alla cultura contemporanea. Per tutti i «cercatori di Dio» affamati di parole che rispondano ai più profondi interrogativi dell’uomo.
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