Se, infatti, procediamo dallo sfondo, intravediamo, molto probabilmente, il momento in cui la donna perde la sua vita, uccisa come in un’esecuzione. Quello che abbiamo in primo piano diventa un’allegoria della sua anima che viene tentata a non lasciare i suoi averi da un demone che avvicina la sacca colma di monete all’orecchio della donna, quasi a farle sentire il tintinnio delle monete.
Oppure, la lettura può iniziare dal primo piano, con il soggetto appena presentato e poi terminare sullo sfondo, caricando l’opera, in tal modo, di una lezione di virtù, come per ricordare a chi osserva che chi accumula ingiustamente ricchezze può terminare in maniera cruenta la propria vita.
L’infelicità dell’avaro
Tutta l’opera ruota intorno all’indugiare della donna a lasciare i propri beni. E quell’indugiare genera una vaga malinconia che l’artista immortala sul volto della donna. Non ci è dato di sapere come andrà a finire: l’opera non svela ma sussurra, ipotizza.
La logica dell’avaro, dunque, è quella di possedere, accumulare e conservare le proprie ricchezze, senza accorgersi che, vivendo in continuo affanno per paura di perdere tutto, è lui stesso a essere posseduto dalle cose. Infelice, non gode personalmente dei suoi beni e, soprattutto, non li condivide col prossimo, senza tener conto di quanto scritto nel Vangelo: «Accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignuola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano» (Mt 6, 20).
Testo tratto dal libro “I colori del peccato” di Silvia Rondini (Àncora, 2019)
L’autrice
SILVIA RONDINI, laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università di Pisa, nel 2009 ha fondato l’associazione culturale “A regola d’Arte”, agenzia educativa della Provincia di Pistoia, per la quale svolge l’attività di docente di storia dell’arte nel sistema dell’Educazione degli Adulti di diversi Comuni toscani e organizza visite guidate a mostre su tutto il territorio nazionale. Insegna Lettere nella scuola secondaria di primo grado.
Visita il sito: Associazione Culturale A Regola d’Arte
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