Leggendo le verifiche dei miei alunni mi accorgo che due elaborati, corretti uno di seguito all’altro, hanno più di qualcosa in comune. Li rileggo, li confronto e scopro il fattaccio: due delle mie alunne di quinta elementare hanno scritto le stesse risposte, commesso gli stessi errori, hanno consegnato due verifiche identiche.
Capita raramente nella scuola primaria, sarà perché i bambini hanno ancora un’anima innocente e leale. Quando accade però ci rimango male, non solo perché hanno tentato di imbrogliare me e i compagni ma soprattutto perché non posso rispiegare quanto dell’argomento non è stato compreso.
Ne è nato un dibattito con gli studenti. Le due bambine, una delle quali in lacrime, non hanno voluto confessare apertamente, evidente era il loro imbarazzo nell’essere state scoperte.
Per i bambini la sorpresa più grande però è stata quella di sentirsi dire dal loro insegnante di religione che copiare si può! “Come?! Si può copiare, maestro?!?”, è stata la loro reazione vibrante. Cosa stava succedendo? Il loro insegnante li stava inducendo a copiare, a commettere un illecito scolastico, lo stesso che mi aveva lasciato dispiaciuto poc’anzi?
Prima di essere un insegnante sono stato uno studente e, come tutti gli studenti del mondo, anch’io ho copiato. Confesso, molte volte! Ingegnavo tecniche complesse, degne di Diabolik, per sbirciare al momento giusto qualche appunto durante le verifiche: date scritte a matita leggerissima sui fogli, regole grammaticali nei dizionari di francese, pizzini lanciati o nascosti un po’ ovunque, fotocopie rimpicciolite, fughe al bagno con libri mascherati sotto abbondanti felpe… la lista dei reati da codice penale scolastico potrebbe essere ancora molto lunga.
Ricordo una volta in cui appuntai sul banco, a matita, degli appunti per la verifica sui musicisti dell’800: in un gioco di controluce riuscivo a vedere quanto scritto il giorno prima. Il caso volle che la bidella, proprio quel mattino – l’unico in tutto l’anno – decise di pulire i banchi con l’alcool cancellando appunti e speranze di un giovane studente.
Tutto questo era scorretto ma ci dava anche un brivido nello sfidare l’insegnante, soprattutto coloro che si trasformavano in abili cani da caccia per scovare i copiatori seriali.
Ovviamente ai miei alunni non ho raccontato queste tecniche bizzarre, sarebbe stata una istigazione a delinquere! Ho detto loro, però, che copiare fa bene, anzi spesso si impara proprio copiando. Del resto copiare è una delle azioni più naturali e che mettiamo in atto quotidianamente nel nostro vissuto. Quando vogliamo cucinare un dolce copiamo la ricetta di uno dei tanti cuochi in tv e la replichiamo; i tutorial, che vanno tanto di moda, servono per imparare a fare qualcosa guardando un altro.
È così fuori natura cercare di imitare qualcuno?
I grandi artisti hanno iniziato copiando i loro modelli di riferimento prima di sviluppare uno stile personale. Anche io ho imparato a scrivere copiando; la professoressa di italiano, quando meritavamo una punizione, ci assegnava pagine di copiato. Quelle pagine trascritte sul quaderno mi hanno aiutato tantissimo nella scrittura oltre a rilassarmi – ma questo la prof non lo sapeva! – perché scrivere con la penna ancora oggi mi rilassa. Fino a qualche tempo fa a scuola il copiato era un compito da assegnare per casa; oggi si usa molto meno, sottovalutando l’importanza di tale esercizio.
Mentre per noi studenti degli anni ’90 copiare i compiti in classe era un’arte, oggi siamo nell’era del copia/incolla da internet. Gli studenti copiano e incollano di tutto: ricerche, approfondimenti, tesine, fino alle tesi universitarie. Copiano anche gli insegnanti quando devono elaborare un documento: basta andare sul sito di un’altra scuola o del primo docente che Google ci offre e da lì a poco il lavoro è completato.
Tutto questo può andar bene se fatto con intelligenza; internet ci offre infinite fonti da cui attingere informazioni che, una volta elaborate e riordinate, possono agevolare il lavoro di chi studia e ricerca.
A scuola si copia, ma la scuola non insegna a saper copiare; gli insegnanti assegnano delle ricerche ai propri studenti senza aver insegnato loro una precisa metodologia per elaborare un testo ben fatto.
Insegniamo ai nostri studenti una sana arte del copiare, una metodologia di apprendimento che – seppur apparentemente estranea all’atto di imparare – possa offrire spunti di crescita.
Va bene copiare ma mai durante le verifiche. Soprattutto quelle di religione!
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