In molti, nel bene o nel male, avvertono la necessità di schierarsi rispetto alla questione Gesù.
Così, tante volte Prince ha espresso in modo contorto la sua ricerca di relazione con il divino, Puff Daddy cantava “Gesù è il mio migliore amico” e, nel 2018, Snoop Dogg ha realizzato “Bible of love”, un doppio album di Gospel rap. I casi e le testimonianze sono molteplici, ma questa volta al vertice delle classifiche di mezzo mondo è arrivato il nono album di Kanye West, intitolato “Jesus is King”.
West è stato il produttore di Jay-Z, Beyoncé, Alicia Keys, Maroon 5, Rihanna, Drake, Sia e un sacco di gente che ha colonizzato le radio di tutto il mondo. Insomma è una delle persone più influenti nel mondo della musica e non solo.
Qualche tempo fa, questo signore ha deciso di fondare una chiesa tutta sua (nel mondo evangelico non è una cosa tanto bizzarra), che ha chiamato “Sunday Service”, e nella cappella di casa sua ha cominciato ad accogliere vip quali Katy Perry, Orlando Bloom Paris Jackson (figlia di Michael), Diplo, Courtney Love, per dei momenti di preghiera con tanti canti e niente sermoni. Questa declinazione “filo pentecostale” trova assonanze anche in qualche realtà interna alle nostre comunità parrocchiali, ma se non rimane un’espressione di fede isolata, legata all’emozione del momento, può contribuire anche ad una crescita umana e spirituale.
Per sancire questo suo nuovo percorso musicale e spirituale, il marito di Kim Kardashian (altro nome influente nel mondo televisivo USA) ha quindi pubblicato “Jesus is king”, un breve cd di 27’ accompagnato dall’omonimo cortometraggio nel quale si assiste ad una celebrazione dei “Sunday Service”. I brani sono brevi e densi di versi biblici, lo stile è in linea con i precedenti successi di West in airplay in tutte le radio commerciali.
Kanye ha inoltre dichiarato che per Natale pubblicherà “Jesus is born”, il sequel di “Jesus is King” con l’intento di evangelizzare e far sapere a tutti ciò che Gesù ha fatto nella sua vita.
Non è questa la sede per approfondire il disagio mentale più volte espresso dall’artista o tutto la questione del merchandising legato al progetto, ma viene comunque da chiedersi se questo genere di parentesi possa effettivamente aiutare qualcuno ad incontrare la fede.
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