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LA “MADONNA DELLA SEGGIOLA” DI RAFFAELLO

Le grandi opere d’arte in 3 minuti

Dopo il grande successo per le iniziative su Leonardo da Vinci, si delinea un fitto calendario per celebrare Raffaello Sanzio, del quale nel 2020 ricorre il ricorrerà il Cinquecentenario della morte. Da Urbino – città natale dell’artista rinascimentale – a Milano all’Umbria, gli eventi attraverseranno tutta l’Italia.


Raffaello Sanzio, Madonna della seggiola 1514 circa, olio su tavola, 71×71 cm., Galleria Palatina, Firenze

1.

L’opera è considerata uno dei capolavori più ammirati di Raffaello nata su probabile commissione di  papa Leone X e da lui donata ai suoi parenti a Firenze. Risulta presente nelle collezioni medicee fin dalla prima metà del Cinquecento. All’interno di un formato circolare derivato dall’antica tradizione dei deschi da parto diffusi tra le famiglie nobili nella Firenze del Quattrocento, Raffaello inserisce le figure di Maria, il Bambino e san Giovanni bambino.

Seduta su una sedia camerale, riservata agli alti dignitari della corte papale, Maria tiene tra le sue braccia avvolgenti il Bambino ritratto con forme paffute tipiche dell’età infantile. Di lato, sullo sfondo, sbuca san Giovanni, bambino anch’egli,  che congiunge le piccole mani in atteggiamento di preghiera.

2.

Lo sguardo del fruitore viene catturato dall’incredibile dolcezza del gesto “testa a testa” tra Madre e Figlio, perfettamente messo in evidenza da un acuto Raffaello. Gesto piuttosto inusuale  per l’epoca poiché lo sguardo della Madonna generalmente si rivolge solo al Figlio creando un “corto circuito d’amore” teso a sottolineare il legame profondo ed eccezionale col Bambino.

La posa della Vergine è di un’assoluta modernità in quanto Raffaello, con uno schema compositivo rigoroso modellato sulla circolarità del segno, riesce a trasmettere quella sensazione di leggero movimento, tipico di una madre che culla il figlio dondolandolo sul suo grembo e per non scivolare alza una gamba ed inclina il busto, proprio come Maria.

Ma indubbiamente la Vergine che “custodisce tutte queste parole, metidantole in cuor suo”(Lc 2,19) non solo culla amorevolmente il suo Bambino, lo vuole anche proteggere dal messaggio che porta san Giovannino che non solo prega ma reca con sé anche la simbologia dell’Agnus Dei.

3.

Di grande qualità sono anche i dettagli minuziosamente descritti e ricercati, come lo scialle ricamato di stampa persiana della Vergine, il turbante che Le cinge la testa e la frangia dorata sullo schienale della sedia camerale che, avvolta di luce, fa brillare anche il pomello della sedia in primo piano. Sapiente è infine l’impasto cromatico di tutta l’opera, con colori caldi al centro e freddi verso l’esterno che contribuiscono a catturare l’attenzione del fruitore.

Ma è ancor di più sorprendente l’atmosfera di pace e serenità che avvolge l’opera e che ben esalta le tre qualità che contraddistinguono Maria: l’umanità, la santità e la grazia.

Leggi gli altri articoli in “Capolavori”

Info Silvia Rondini

Laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università di Pisa, nel 2009 ha fondato l’associazione culturale “A regola d’Arte”, per la quale svolge l’attività di docente di storia dell’arte nel sistema dell’Educazione degli Adulti di diversi Comuni toscani e organizza visite guidate a mostre su tutto il territorio nazionale. Insegna Lettere nella scuola secondaria di primo grado.

Commenti

  1. Vanna Oppo dice

    22 Luglio 2021 alle 23:06

    Possiedo una riproduzione delle Vierge a la chaise in un bassorilievo in gesso, senza data e autore. Sono curiosa di sapere se ha un valore, ma non so a chi rivolgermi. I miei genitori mi dicevano che era dell’Ottocento, ma non so.

    Rispondi

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19 Dicembre 2018 By Àncora Editrice 1 commento

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