Edmund ha tradito i suoi fratelli. E ha tradito Aslan, il leone protagonista del libro Le Cronache di Narnia di C. S. Lewis e del successivo film del 2005.
Jadis, la perfida strega bianca, si lascia scappare il ragazzo, ma lo reclama per sé: secondo la legge, infatti, il sangue dei traditori le appartiene, altrimenti Narnia sarà distrutta. Così è scritto, e non c’è molto da discutere: Edmund è certamente un traditore, perché si era lasciato ingannare dalla stessa strega. Adesso è troppo tardi.
Aslan va a colloquio con Jadis. Offre la sua vita in cambio di quella del giovane. Del giovane che lo aveva tradito. Alla strega non sembra vero. Nella notte, il leone affronta il suo “Calvario”. Viene imprigionato, gli viene tagliata la criniera. E, infine, viene ucciso da Jadis stessa.
Susan e Lucy, sorelle di Edmund, hanno assistito alla scena. Piangono davanti al corpo di Aslan lasciato sulla tavola di pietra. Mentre si allontanano, addolorate, vengono sorprese da un frastuono. La tavola di pietra è rotta, Aslan non c’è più. Ricompare poco dopo, vivo, risorto. Spiega loro quello che neanche la strega sapeva.
Se un innocente che si offre volontario viene immolato al posto di un traditore, la tavola di pietra si spezza. Così, persino la morte torna sui suoi passi
Aslan
La morte c’è stata, ma non ha avuto l’ultima parola. Osservando la storia di Aslan, inevitabilmente, rimaniamo coinvolti in quella di Gesù. Perché è a Lui che C. S. Lewis si è ispirato.
Luca carcereri dice
Il film visto mi ha un po’ annoiato all inizio ma poi ho cominciato ad ascoltare un po di più e devo dire che è stato un bel film