Nel capitolo tredicesimo del suo Vangelo, Marco riporta un discorso fatto da Gesù sugli ultimi tempi, usando un linguaggio apocalittico. La sua intenzione era di mantenere vigile la speranza della comunità, che era perseguitata e pensava che fosse imminente la fine del mondo.
Il messaggio è chiaro: “Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria” (v. 26). È chiaro anche l’invito ad essere vigilanti (vv. 5.9.28.37). Si tratta di stare sempre all’erta e preparati per la venuta del Signore, con una speranza attiva, sicuri del suo definitivo trionfo sul male.
Gesù vuole che continuiamo a fare la nostra parte per estendere il regno di Dio, vuole che stiamo pronti, in atteggiamento vigile per incontrarci con lui e che manteniamo il cuore aperto al suo perdono e alla sua misericordia. Cristo desidera che attendiamo fiduciosi la sua venuta, superando qualsiasi atteggiamento di passività, sostenuti dalla preghiera, dai sacramenti e da una carità fattiva ed operosa.
Il vangelo di domenica 18 novembre
Il ritorno del Figlio dell’Uomo (Mc 13, 24-32)
In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.
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