“E’ molto brutto scriverti tramite e-mail e mi da anche un senso di sconfitta perché mi ricorda che è già passato un anno dal lockdown e noi siamo sempre qui a scriverci”. Sono le parole di Anita, una mia dolcissima alunna arrivate via e-mail nei giorni in cui siamo tornati in didattica a distanza (Dad). Come molti altri alunni, anche lei preferisce di gran lunga venire a scuola, incontrare i compagni, gli insegnanti, vivere la scuola come andrebbe vissuta: in presenza. Si è discusso molto in questi giorni sull’opportunità di lavorare in Dad; molte sono state le proteste che hanno dato vita a manifestazioni di pubblico dissenso. Come non dargli torto. Purtroppo è una misura eccezionale e necessaria visto il periodo prolungato di pandemia che vive il nostro Paese.
Eppure in questi giorni di proteste e di polemiche è spuntata fuori la fotografia di Fiammetta, una bambina di terza elementare fotografata con un tavolino, un pc e il quaderno mentre seguiva le lezioni in Dad. Fino a qui niente di strano, se non che questa foto è stata scattata in Val di Sole dove il padre, allevatore, porta le sue caprette al pascolo. Fiammetta – nei giorni di chiusura delle scuole – segue il papà sul suo luogo di lavoro; una piccola Heidi moderna, dotata di un pc e di una connessione tramite hotspot del cellulare. “Al mattino mettiamo il computer su un tavolino in piano e poi ho anche una sedia. Accendiamo il computer così posso entrare subito in video lezione, preparo il quaderno e ci metto anche un sassolino altrimenti il vento mi gira le pagine. È bello, mi dà ispirazione per scrivere e mi rende più felice e anche interessata”, sono le parole candide di Fiammetta che riesce a trovare giovamento anche in questa inedita situazione.
È il segno di una tenacia che solo i bambini sanno mostrare; quando la voglia di studiare c’è si superano tutte le difficoltà.
Accanto a Fiammetta voglio parlarvi anche della storia di un mio alunno, Renato (nome di fantasia). Anche lui è stato un grande protagonista in questi giorni di DAD ma non per i motivi di Fiammetta. Renato è un bambino di otto anni con mutismo selettivo. In questi anni di scuola non ho mai sentito la sua voce, si esprime solo con rari gesti, a volte con un cenno della testa, spesso con il suo sguardo penetrante. Qualche giorno prima del collegamento con la sua classe, una collega mi ha detto che durante una lezione in Dad di matematica, Renato ha ripetuto tutte le tabelline tra l’emozione dei compagni che lo hanno sentito parlare per la prima volta. E così ci ho provato anche io; durante la mia lezione gli ho chiesto di leggere alcune righe. Dopo un attimo di esitazione, incoraggiato dalla mamma, Renato ha letto speditamente. Mi sono commosso profondamente, non credevo ai miei occhi e soprattutto alle mie orecchie!
Quest’anno la Dad non l’ho presa bene fin dal principio, ma quando ho sentito parlare Renato mi sono reso conto che a qualcosa tutta questa follia è servita, tutti gli sforzi fatti non sono stati vani e che la Dad è stata utile a qualcuno per superare le proprie difficoltà.
Renato e Fiammetta sono gli esempi più edificanti di questa DAD 2021. Se da un lato è inevitabile provare quel senso di sconfitta denunciato da Anita, dall’altro vediamo anche come i bambini sanno darci ampi segnali di speranza. Che il tempo e la situazione che stiamo vivendo siano difficili, questo si sa; spazi piccoli, tanti dispositivi connessi contemporaneamente, ambienti della casa che diventano uffici e aule scolastiche, scarsa capacità di concentrazione, famiglie numerose che condividono gli stessi spazi, internet limitato: i problemi della Dad sono infiniti senza contare i risultati modesti in termini di apprendimento oltre alla ricaduta sul piano emotivo soprattutto dei nostri ragazzi. Nelle ultime video lezioni li ho visti un po’ spenti, rassegnati, probabilmente scoraggiati nel rivivere una situazione già vissuta ma non per questa accettata e metabolizzata. La Dad influenza negativamente anche tanti docenti che – ormai stanchi – stanno perdendo di vista l’obiettivo primario del proprio lavoro: essere per gli alunni dei punti fermi, capaci di costruire un rapporto maestro-discepolo che deve avere il suo senso anche nei momenti più difficili come questo.
Fiammetta ce l’ha fatta grazie alla determinazione di un padre che non si è arreso davanti alle difficoltà, Renato grazie alla mano rassicurante della sua mamma. Solo prendendo per mano i nostri figli e i nostri alunni supereremo le difficoltà di questo momento. Ancora una volta il Covid ci ha insegnato che per vincere dobbiamo essere uniti.
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