Le grandi opere d’arte in 3 minuti
Continuiamo il percorso nella gioia della Pasqua con un capolavoro di Giotto. Ultimo episodio dell’esistenza umana di Gesù che torna al Padre, pur rimanendo vivo e presente nella Chiesa. Oggi presentiamo L’Ascensione di Giotto in tre punti. Per imparare a conoscere e a diffondere la bellezza attraverso l’arte.
1. “Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n’andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo»”. (At 1, 9-11)
Con un linguaggio nuovo e moderno, Giotto descrive quanto narrato negli Atti degli Apostoli suddividendo la scena in due registri: in quello inferiore su un promontorio brullo e roccioso raffigura gli undici apostoli (Giuda si era tolto la vita) e Maria, tutti genuflessi, in atteggiamento orante e con lo sguardo rivolto verso l’alto. Nel registro superiore ritrae Gesù che sale al Cielo ammantato in candide vesti e avvolto da bagliori di luce che seguono tutto il profilo del Suo corpo. E la nube citata negli Atti degli Apostoli viene modellata dall’artista con una forma di nuvola-tappeto che sospinge il Risorto in maniera dolce e decisa.
2. Completano l’ambientazione due schiere di angeli e santi che ordinati in file sovrapposte, con un gusto squisitamente medievale, accompagnano l’Ascensione ripetendo le mani di Gesù alzate e tese verso l’alto, come per volere condividere con Lui l’evento straordinario.
Appunto, straordinario. Come Giotto che rompe con la tradizione iconografica descrivendo Gesù di profilo e con una figura possente, molto fisica e descritta con una meticolosità tale da far intravedere perfino i denti. Straordinarie sono anche le mani del Risorto che Giotto non termina andando a chiudere la scena con la cornice dell’opera stessa: sono mani che continuano e anelano al Cielo, a Dio verso cui Gesù sta facendo ritorno e, magari, i Suoi occhi Lo stanno già contemplando.
3. Ma la contemplazione degli apostoli, invece, viene interrotta da “ i due uomini in bianche vesti”che l’artista raffigura subito sopra gli apostoli mentre indicano cosa sta avvenendo sopra di loro e li invitano a non attardarsi nella pura visione dell’evento in modo passivo, ma a farne parte diffondendo la Sua Parola. Ed è proprio nel momento dell’Ascensione che la dicotomia tra cielo e terra viene superata. Viene ribadito che è il Cielo, ovvero il Paradiso, il destino cui l’uomo deve aspirare.
E la meravigliosa figura della Vergine Maria anch’Ella ritratta in adorazione del Figlio assume il senso della Chiesa che segue con lo sguardo il Risorto, accoglie e custodisce.
Leggi gli altri “CAPOLAVORI”
Visita il sito: Associazione Culturale A Regola d’Arte
Lascia un commento