Matteo deve avere qualche problema con la mail. Quando gli scrivo, il suo server di posta invia automaticamente un messaggio, per informarmi della sua assenza fino a lunedì 8 aprile. La prima volta mi sono preoccupato, anche perché il prossimo lunedì 8 aprile ci sarà nel 2024 e, per quanto non gli avevo scritto nulla di urgente, avrei preferito una risposta in tempi più rapidi. Risposta che, in realtà, è arrivata nel giro di poche ore.
Sono certo che Matteo non si monterà la testa, ma mi piace pensare che ci sia un punto di contatto tra la sua sgangherata casella di posta e la Provvidenza, che sgangherata non è. Il vangelo di domenica 9 giugno è tutto infarcito di futuri: osserverete, pregherò, darà, osserverà, amerà, verremo, prenderemo… Fermandoci a questi pochi versetti, sembra quasi che l’amore di Dio sia una questione che riguarda il futuro.
E se fosse come la mail di Matteo? Che ti annuncia del futuro (8 aprile 2024) quando in realtà ti lascia dei segni già adesso? Insomma, se Matteo alla fine risponde oggi, non credo che Dio rinvii a domani. Nelle persone che abbiamo intorno – e anche in quelle più lontane – possiamo già vedere le impronte di quell’amore che magari conosceremo meglio nel futuro, ma che non ci è negato nel presente.
Il vangelo di domenica 9 giugno
Gv 14, 15-16. 23-26
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
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