La scuola è il regno del libro. Non ci può essere una scuola senza i libri, studiati, sottolineati, stropicciati, impolverati, a volte anche maltrattati, strappati e odiati dagli studenti. I testi scolastici però appartengono ad una categoria speciale nel mondo dei libri: non vengono conservati nelle librerie di casa né tantomeno ricordati, spesso non sono neanche tra i più amati. Di fatto, molti sono i ragazzi che non vedono l’ora di metterli in uno scatolone da riporre in cantina con la speranza che qualche roditore se ne cibi o, meglio ancora, bruciarli nel camino come quei testi eretici da far scomparire.
Eppure sono libri su cui si forma la nostra cultura, portati a scuola ogni giorno con fatica negli appositi zaini. Quante schiene hanno sofferto nel periodo dell’adolescenza per il peso dei libri.
Il libro rimane comunque un elemento indispensabile per la lettura e la cultura. Per ovviare al peso degli zaini e ai costi eccessivi dei testi scolastici, la scuola del futuro prevede l’introduzione di ebook e tablet, più leggeri ed economici, che dovrebbero affiancare o sostituire i tradizionali libri di carta; difficile, a mio avviso, proporre questo cambiamento perché un conto è leggere anche un romanzo in formato ebook e un altro è studiare. Chi studia ha bisogno di sfogliare, rileggere, sottolineare, scrivere appunti, stimolando attraverso queste azioni anche la memoria visiva.
I libri della scuola primaria sono di solito molto colorati e vivaci per attirare l’attenzione dei bambini; alcuni hanno un linguaggio più accurato, altri invece lasciano a desiderare. La scelta di un libro di testo per un insegnante è un momento delicatissimo. A mio avviso è sbagliata l’adozione di un unico testo per tutte le classi di un istituto, come succede a volte nella scuola secondaria, più frequentemente nella scuola primaria. La scelta del testo deve tener conto anche del livello di apprendimento di ogni singola classe: un libro di testo utilizzato il I B non è detto che sia adatto anche per i bambini della I A…
Il libro di testo è un supporto importante per la didattica di ogni docente. Nello specifico della mia esperienza, posso dire di aver constatato nel corso degli anni una crescita incredibile dei testi di religione nella scuola primaria; quando iniziai, vent’anni fa, c’ erano dei libricini molto semplici che lasciavano poco spazio ai contenuti e alla parte pratica che tanto piace ai bambini.
Ogni scuola dovrebbe essere dotata di una biblioteca. Quando dico biblioteca non intendo un luogo dove vengono raccolti libri dismessi, usurati e catalogati in disordine. Essendo la scuola il regno del libro, una biblioteca scolastica dovrebbe essere un luogo dove i ragazzi possano trascorrere liberamente del tempo a leggere anche al di fuori dell’orario scolastico, un luogo confortevole, pulito e curato, dove il ragazzo possa trovare libri interessanti per la sua età e sperimentare la gioia della lettura. In questo senso spesso le scuole non investono in questa direzione e le biblioteche diventano cimiteri per libri impolverati che non interessano a nessuno.
A scuola i docenti, non solo coloro che insegnano italiano, dovrebbero stimolare i ragazzi alla lettura. Per poter fare questo devono essere essi stessi dei lettori attivi e appassionati. In caso contrario gli studenti, che hanno un fiuto incredibile, recepiscono il messaggio che leggere un libro equivale a svolgere i compiti e se la professoressa vivamente consiglia un testo vorrà dire che sarà inevitabilmente noioso; molti ragazzi finiscono per odiare i grandi classici come la Divina Commedia o i Promessi Sposi ed escono da scuola disconoscendo la letteratura classica e contemporanea. A volte però alcune insegnanti ci mettono del loro, come proporre la lettura della versione integrale di Pinocchio in prima elementare: inevitabilmente la voglia di leggere avrà la peggio davanti ad una simile proposta.
In conclusione vorrei chiudere con un brano tratto dal libro, consigliato, di Massimo Recalcati “A libro aperto” che mi ha fatto riflettere e mi ha fatto riflettere sul valore dei libri: “L’acquisto di un libro implica sempre un guadagno smisurato. Con nessun’altra merce il rapporto tra il dare e l’avere appare così sbilanciato. Quanto può valere la lettura dell’Odissea di Omero, del Sergente nella neve di Rigoni Stern o dell’Interpretazione dei sogni di Freud? Questo supplemento di valore appartiene a ogni libro degno di questo nome. Può forse essere paragonato solo a quello che i nostri figli ricevono quando fanno l’incontro con un insegnante che risulta determinante nella loro formazione. Un libro e un maestro: quanto possono valere?”.
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