Mani che acconsentono
È pronta a ricevere l’anello dalla mano di Giuseppe la mano della Vergine nella tavola che Raffaello dipinse nel 1504. È la solenne figura del sacerdote che, tenendo tra le sue le mani degli sposi, le accosta per benedire il momento pregnante in cui l’anello simbolico verrà a sancire il matrimonio. Il centro della composizione è, in effetti, quel brevissimo spazio tra le due mani: un attimo di sospensione prima di un patto straordinario, di un matrimonio assolutamente speciale.
Tutti i sentimenti sono sublimati e come distillati in una perfezione che non è solo dell’esecuzione formale del dipinto, ma che coinvolge ogni aspetto del reale: dalla meravigliosa architettura all’equilibrio dolcissimo della natura sullo sfondo, dalla limpidezza cristallina del cielo alla bellezza dei personaggi. Questa perfezione terrena rimanda a una più alta trascendentale perfezione che i gesti delle mani di Maria e di Giuseppe stanno per consacrare. Quella mano, tesa a ricevere l’anello dallo sposo, suggella un patto nuovo con l’umanità, avvicinandola alla perfezione del paradiso.
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