Siamo a Gerico. Costretto dalla sua misera condizione di vita, ai lati della strada c’è Bartimeo. Come molti che si trovano nelle medesime condizioni, vive della carità degli altri; coloro che oggi definiamo “disabili” erano considerati, dalla legge del tempo di Gesù, dei peccatori e quindi giustamente puniti dalla divinità.
Eppure Bartimeo ha una grande possibilità: sente passare Gesù e non se lo lascia sfuggire. Lo chiama a gran voce, incurante di coloro che tentano di azzittirlo. La sua tenacia e quindi la sua fede vengono premiati. Gesù lo chiama e gli pone una domanda importante: “Cosa vuoi che io faccia per te?”.
Ho sempre provato ad immaginare l’emozione di quest’uomo a cui Gesù mostra totale disponibilità. Bartimeo chiede la vista, la ottiene e, una volta guarito, inizia a seguire Gesù. Da questo momento non sappiamo più nulla di lui, scompare dalle pagine dei Vangeli.
Commentando questo episodio con i bambini di seconda elementare ho rivolto loro la stessa domanda. Cosa rispondereste se, incontrando Gesù sulla vostra strada, vi chiedesse “cosa vuoi che io faccia per te?”.
Dopo anni di scuola riescono ancora a sorprendermi con le loro perle: nei cuori dei bambini c’è un pozzo infinito di acqua limpida e cristallina.
“Aiutare la natura a sopravvivere” è stata la prima risposta, un’attenzione al pianeta Terra che i bambini non dimenticano, evidentemente c’è già in qualcuno di loro una educazione ambientale che fa ben sperare.
“Avere una vita più facile” ha risposto Luca. Non ho ben capito a cosa si riferisse, fatico ad immaginare che un bambino di sette anni possa desiderare una vita più facile. Alla mia richiesta di chiarimenti mi ha risposto semplicemente che vorrebbe una vita più semplice, più facile, lasciando spazio a conclusioni aperte, di fantasia.
Altri hanno formulato richieste più concrete come “avere un pappagallo”, “una stanza tutta per me”, ancora “dei soldi per aiutare la famiglia a cambiare casa con più calma senza la necessità di vendere la casa al mare per comprarne un’altra”! Interessante quest’ultimo pensiero di Tommaso, sinceramente preoccupato per i propri genitori; evidentemente in casa deve aver ascoltato le difficoltà della propria famiglia davanti alle quali non è rimasto indifferente.
Ci sono state però, come è normale, alcune risposte che mi hanno colpito. “Vorrei che tutti fossero più buoni” è stato il desiderio di un altro bambino, semplice, diretto, immediato. A pensarci bene in questo piccolo pensiero è nascosto il segreto per vivere meglio.
“Gli chiederei di aiutare mia sorella a parlare” è stato il desiderio di una mia dolcissima alunna che ha una sorellina affetta da mutismo selettivo. Non ha speso il desiderio per se stessa ma ha pensato subito alla sorellina; ho provato ad immaginare quale peso avesse nel cuore per scrivere delle parole così belle.
Come spesso accade il vero colpo a sorpresa arriva da chi non te lo aspetti, dal più vivace, dal più burlone, da quell’alunno che ti fa disperare ma anche ridere, da chi nasconde dietro ad una faccia da birbantello un cuore da tenerone. Si alza dal banco Paolo con il suo quaderno, me lo porta. Leggo. Mi commuovo. Ho i brividi. “Gesù ha già esaudito il mio desiderio: mi ha fatto nascere”. Per rispetto delle norme anti Covid non ho potuto abbracciarlo ma quanto avrei voluto! Un bambino di sette anni mi ha ricordato la bellezza e l’importanza del dono della vita.
Le risposte dei miei alunni mi hanno riportato all’essenzialità, a quelle preghiere semplici e non egoistiche, dove non si trovano le preoccupazioni e gli affanni degli adulti i quali avrebbero risposto in modo molto differente. Nell’ultimo libro di don Antonio Mazzi “La speranza è una bambina ostinata” (Piemme, 2021) ho ritrovato il pensiero di un anziano prete che conserva la freschezza dei bambini: “Forse ho cercato la fede con gli argomenti della ragione, mentre la fede va cercata dentro alle leggi dell’amore. Fammi solo amare come ama un bambino. Non voglio niente di più… perché il più non è fede, è ragionamento religioso… che c’entra con la fede, come c’entrano con la cioccolata le torte che sono in vetrina in corso Buenos Aires, a Milano”.
Amare come ama un bambino: questa è la mia preghiera, nata proprio dall’osservazione dei miei piccoli alunni.
filmpertutti.gdn dice
forza di carattere in verità, in un bel film…