«Gesù Cristo era un pezzente/ tutto meno che un potente/ nudo e sporco sulla croce/ per non diventare re/ non aveva in tasca niente/ per camminare sopra il mare/ Non seguiva la corrente/ né venti da sfruttare». Così Lucio Dalla in “Controvento”: «In questa canzone – spiegava in una intervista su Diva e Donna – immagino di parlare con un ragazzo cui do delle istruzioni per navigare controvento, per essere lui il protagonista del viaggio, per difendersi dagli sciacalli della terra che ti insegnano a vivere male».
Aggiungeva, a Beppe Severgnini del Corriere: «Gesù Cristo si è circondato di gente che contava talmente poco da non esistere nemmeno. Qualche poveraccio. Una ex puttana. Un pescatore che probabilmente gli puzzavano anche i piedi. Cristo ha saputo essere anacronistico, ha creato codici nuovi. Come lui san Francesco: massmediologi assoluti, uomini che avevano capito tutto».
La bellezza
Per Lucio Dalla «Cristo era assolutamente un rivoluzionario come non ce ne sono stati prima e come non ce ne saranno mai dopo, cioè un “cambiatore”. Fu devastante l’arrivo di Cristo… in lui c’era proprio la seduzione del progetto. Per questo lui diceva: mollate il babbo, la mamma, la zia, i soldi, il lavoro, la moglie e venite con me andiamo a fare i matti… Allora, l’arte è Cristo in questo senso. È questa folgorazione che per il destino del Cielo si ripete ogni volta che ci troviamo davanti a qualcosa che ci arricchisce… se non ci fosse stato Cristo, nella nostra cultura non ci sarebbe l’immagine della bellezza… in questo senso la bellezza la possiamo trovare nei musei come nelle persone che amiamo, ma soprattutto la possiamo trovare dentro di noi: noi stessi siamo l’espressione stessa della bellezza che il Cielo vuole che siamo».
Da Lucio Dalla, giullare di Dio – Un profilo artistico, di Paolo Jachia (Àncora, 2013)
IL LIBRO
LUCIO DALLA, GIULLARE DI DIO
Paolo Jachia
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