L’odore della cera, il profumo delle candele così come il toccarle, prenderle in mano, ha un fascino particolare. Mi vengono subito in mente quelle piccole cappelle dove l’odore della cera invade i sensi, risvegliando in chi vi entra il senso del sacro. Risveglia anche i miei ricordi di bambino quando, una volta entrato in chiesa, chiedevo alla mamma di poter accenderne una. Per me era quasi un gioco, come del resto lo è per molti bambini ancora oggi. Se sono qui a scriverne, devo dire grazie a un mio alunno e a una sua domanda sulla veglia pasquale.
La luce di Gesù
Perché accendiamo una candela ad un santo, alla Madonna o a Gesù? La fiamma accesa è il segno di una presenza reale, di qualcuno che è passato lì prima di noi e ha acceso quella candela per accompagnare il gesto con una preghiera. È un segno altamente simbolico: la preghiera elevata al cielo non terminerà certo quando la fiamma si spegnerà. Attraverso la candela si può esprimere la propria devozione spirituale, un’offerta che viene indirizzata a Dio; nell’Antico Testamento leggiamo spesso di sacrifici animali o vegetali sugli altari che vengono accompagnati da un fuoco acceso. C’è uno stretto legame tra fuoco e religiosità
In chiesa ci sono anche diversi momenti in cui vengono accese le candele: durante il rito del battesimo, ad esempio, sono il padrino e la madrina a recarsi al cero pasquale per accendere una candela che in quel momento, è simbolo della luce di Cristo. Stesso significato vale anche per la presenza della candele in chiesa sull’altare o vicino al tabernacolo.
Particolarmente suggestiva è la liturgia della luce durante la veglia pasquale. All’inizio della celebrazione infatti viene acceso un fuoco all’esterno della chiesa mentre all’interno tutto è buio. Dopo la benedizione del fuoco il sacerdote accende il cero ed entra in chiesa. La luce è flebile ma vince il buio come la vita vince la morte; dal quel cero i fedeli accenderanno poi tante candele più piccole che illumineranno la chiesa. Un’atmosfera suggestiva che fa pregustare la gioia pasquale della risurrezione
Candele elettriche? Anche no, grazie..
Negli ultimi anni le candele sono quasi del tutto scomparse dai candelabri votivi sia a causa dei costi, della manutenzione sia perché in alcune chiese antiche il calore del fuoco potrebbe danneggiare il patrimonio artistico. E così oggi troviamo quasi ovunque le candele elettriche che già dal nome sembrano un controsenso; perché un conto è accendere una candela con il fuoco, un altro è premere un pulsante per accendere una luce elettrica.
Il gesto perde di significato in nome della modernità e dell’economia. A me piacciono quei candelabri pieni di candele con la cera colante il cui profumo, forma e calore creano un’atmosfera suggestiva.
Accendiamo candele in chiesa, per i nostri cari al cimitero, in casa per abbellire e creare atmosfera particolari come per una cena a lume di candela. È il fuoco, l’antico fratello fuoco che illuminava la notte, “bello, giocondo, robusto e forte” come diceva San Francesco, segno di calore, di speranza e di eternità. Attraverso una candela accesa in chiesa eleviamo il nostro desiderio di infinito.
Leggi gli articoli della categoria «Scuola» di bibbiagiovane.it
ing. Giuliano D'Alterio dice
La semplicità delle parole hanno creato in me la suggestione del momento, m’è sembrato d’essere entrato in una chiesa, quasi avverto il profumo.
Considerazioni valorizzate dalla semplicità delle parole che rendono, a differenza di quanto si da quasi sempre per scontato, il significato delle cose, dei ricordi, della fede e del sentirsi vicini a quanti in cui crediamo e ai nostri cari che purtroppo sono stati costretti a lasciarci.
Grazie
Cosa possono fare le parole
Emozionante