Il chitarrista e compositore Nando Bonini mi pare un esempio umano di come la nostra vita trovi senso sempre in relazione con altri. Chitarrista di Vasco Rossi, marito di Marina Bonalberti, appartenente all’Ofs, membro di diverse band e progetti estemporanei, insegnante di chitarra per i suoi allievi. In pratica Nando “non è” se non “è in compagnia”.
Saltiamo gli esordi giovanili con i Boa Constrictor e consideriamo come la storia della vita di Nando sia strutturalmente intrecciata a quella di Marina. I due si sono conosciuti giovanissimi e si sono sposati presto, ignari che da lì a poco lui sarebbe diventato il chitarrista del rocker italiano per antonomasia: Vasco Rossi.
Già negli anni ‘80 il musicista aveva preso parte a progetti di Righeira, Edoardo Bennato, Alberto Fortis, Skiantos, Sabrina Salerno, Le Cacao Meravigliao, Marco Conidi, Paul Diamond, Ronnie Jones, Bryan Kazzaniga Rockabilly Rebels e si era mostrato un compositore versatile, ma i suoi sogni non avevano ancora raggiunto quello che lui pensava essere il top.
La collaborazione con il Blasco inizia con “Gli spari sopra” del 1993 fino al tour di “Buoni o cattivi” nel 2006 e porta Bonini al top del suo ego: concerti in grandi stadi che si susseguivano a ritmo incalzante, feste esclusive, richieste di collaborazioni, ma soprattutto ogni genere di tentazione. Come avrebbe potuto sopravvivere un rapporto a distanza con la moglie a casa?
La giovane sposa però non è rimasta con le mani in mano e mette sottosopra casa per trovare un antico libro di preghiere di sua madre. Senza avere una piena consapevolezza, ma con tenacia e determinazione, Marina comincia a dire tre rosari al giorno come atto devozionale alla Madonna di Pompei. Intanto allo stadio S.Paolo di Napoli, in occasione dell’ennesimo live di Vasco, Nando si ritrova davanti ad una statua della Madonna e improvvisamente avverte una nuova folgorante coscienza della sua situazione. Decide quindi di fuggire le tentazioni e dopo ogni concerto si rifugia nella camera d’albergo e telefona a sua moglie.
Finito il tour Nando torna a casa e si lascia contagiare dalla consorte nella preghiera. La coppia incontra quindi una comunità di frati cappuccini e nel 2001 entrambi intraprendono il cammino con l’Ordine Francescano Secolare.
La musica di Nando si apre a nuove possibilità, tra musical religiosi e preziosi progetti tra i quali “Tataanaakoo” con Lorenzo Poli e Deen Castronovo, l’ex batterista dei Journey, che dopo aver incontrato il Signore ha fondato i Revolution Saints.
Le novità più interessanti sono il format “I wanna play with”, sul suo canale youtube, nel quale invita musicisti di pregio da tutta Italia a registrare un brano insieme, a distanza, spaziando tra diversi generi, e la partecipazione al progetto Under Attack con Daniele Sciacca.
Bonini aveva già collaborato efficacemente ai due precedenti EP in italiano firmati dal cantante aretino, ma in questo caso partecipa con una maggior impronta suonando tutti gli strumenti e co-producendo l’album. Il cd vuole essere un tributo al classic metal degli anni ‘80 con sonorità che possono ricordare Judas Priest, Deep Purple, Ozzy Osbourne, Stryper, Saxon, Ronnie James Dio, Helloween, ecc.
La tematica scelta è quella di un concept album che sulla scia di 1984 di George Orwell ci conduce nella minaccia di un futuro distopico che denuncia tutti i rischi di un presente dominato dalla finanza e dal mercato, dove i mezzi di comunicazione sociale di massa si fanno sempre più pervasivi e manipolativi.
Tra i 9 brani spiccano diversi momenti godibili come “Beyond the sea”, “Soldier”, “Ready for escape” e l’epilogo “The end of the road” che conclude l’opera con l’auspicio di un risveglio della società e di una presa di coscienza rispetto a ciò che ci rende pienamente umani.
Per approfondimenti vi consigliamo il canale YouTube di Nando Bonini.
Una bella intervista nel programma “A Sua Immagine”, i canali facebook e instagram degli Under Attack.
Lascia un commento