Oggi si ricorda la conversione di san Paolo, e il suo legame con Anania, che gli restituì la vista e lo battezzò. Ma l’invito alla conversione riguarda anche noi. A volte, involontariamente, arriva dal computer.
Ehi, Dio è un mio follower!
«Dio ha iniziato a seguirti». Quando ho ricevuto questo messaggio, lì per lì ho sudato freddo. Se da lassù mi pedinano e vedono quanti disastri posso combinare, beh, sono finito (un dio distratto, a volte, è quasi rassicurante). Allo stesso tempo, e alla faccia delle contraddizioni, quell’avviso mi ha fatto star bene: se Dio mi segue è perché si preoccupa per me. Non è una spia, ma un amico.
Tranquilli: in tutto questo ero ben consapevole che il messaggio «Dio ha iniziato a seguirti» non fosse altro che una notifica di Twitter. Dietro l’account @Dio non c’è il Padreterno, ma una persona in carne ed ossa che si serve di quel profilo per scrivere tweet ironici e sarcastici. È diventato un mio follower, come io lo sono di lui. Io e @Dio ci seguiamo a vicenda.
La cosa mi ha dato da pensare. Non molto, ma quanto basta per scrivere questo post. Anzitutto sulla sensazione di essere seguito da Dio – quello vero, eh! – e non da pochi giorni ma da sempre, anche prima che io nascessi. Mi sono poi chiesto: ma Nostro Signore che computer usa? Non lo so, però mi sono fatto l’idea che due tipi di pulsanti li usa sempre: quelli che hanno a che fare con «creazione» (da Genesi 1) e con il «salvare». Creare, salvare, creare, salvare. Bisogna dargli merito: lo sa fare piuttosto bene.
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