«Non abbandonarci alla tentazione» invece di «non indurci in tentazione». La nuova traduzione della preghiera del Padre Nostro era stata certo sollecitata da Papa Francesco: «Sono io a cadere, non è Lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto, un padre non fa questo, un padre aiuta a rialzarsi subito», aveva detto in un’intervista a don Marco Pozza su Tv2000.
Ma non si tratta di una novità dell’ultimo momento, ma della conclusione di un percorso iniziato sedici anni fa. E non ancora concluso, dal momento che la traduzione, approvata nella 72esima assemblea generale della Cei, attende ora la Confirmatio della Santa Sede, prima della sua pubblicazione. Questa, secondo quanto dichiarato dal segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo, potrebbe arrivare il prossimo anno. Oggetto dello studio dell’assemblea della Cei è stato non solo il Padre Nostro, ma il Messale Romano. Prevista una modifica nella traduzione anche per il “Gloria”, che comincerà con «Pace in terra agli uomini, amati dal Signore» (al posto di “Pace in terra gli uomini di buona volontà”).
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