Classe seconda. Teresa alza la mano e mi pone questa interessante domanda.
“Maestro, perché Dio ci lascia così liberi se l’uomo sceglie sempre il male?”.
“Sei sicura che noi scegliamo sempre il male, Teresa?”
“Sì, maestro… credo di sì…” replica.
“Ti dico una cosa: noi ora siamo qui a costruire la nostra lezione. Stamattina voi siete venuti a scuola, io sono al mio posto di lavoro, spiego, voi ascoltate, interagite con me e torneremo a casa contenti di aver fatto il nostro dovere e aver imparato qualcosa. Stasera nessuno parlerà al telegiornale della nostra bella lezione. Ma se ora mi alzo e ti colpisco con la sedia sulla testa mandandoti all’ospedale, beh, i telegiornali per giorni non parleranno d’altro che di un maestro di religione impazzito che colpisce una sua alunna. Perché questo? Perché il male fa notizia, il bene no. In questo momento, mentre sto parlando con voi, ci sono tante persone che stanno svolgendo bene i propri compiti, medici che salvano vite, papà che lavorano, nonne che si occupano dei nipotini, mamme che allattano…”
“Come la mia?” dice Teresa ridendo pensando al fratellino nato da qualche mese.
“Certo. Parleranno al telegiornale della tua mamma che allatta il tuo fratellino?”
“Nooo!”, replica divertita.
“Ecco, allora non è proprio vero che l’uomo sceglie sempre il male. È il bene che agisce sempre in silenzio senza che noi ce ne accorgiamo”.
È il dialogo tra me e Teresa, una bambina molto carina e sensibile che mi pone spesso interrogativi di grande interesse, nonostante la sua tenera età. Continuo a sorprendermi come possano nascere domande così belle da parte dei bambini, sono sempre grandi osservatori della vita.
Abbiamo un incredibile bisogno di buone notizie, sempre. Leggere i giornali o ascoltare i notiziari in alcune circostanze equivale spesso a fare uno slalom tra tragedie e notizie di cronaca nera.
Ho provato a rispondere a Teresa offrendo il mio punto di vista, quello di un ottimista per natura.
Non è vero che scegliamo sempre il male, ne sono fermamente convinto. L’uomo desidera il bene, lo cerca costantemente, anche se in alcune circostanze sceglie il suo male. Nel racconto della creazione leggiamo che Dio crea l’uomo simile a Lui (Gn 1, 27), con un amore speciale. Questo amore prevede la libertà, perché un vero amore non può avere catene; Dio sa che l’uomo può anche scegliere di rompere l’alleanza con Lui. Davanti alla più terribile delle tentazioni, quella di diventare come Dio, l’uomo cade rovinosamente (Gn 2,5).
Il male si fa spazio lì dove lasciamo aperta la porta alla malvagità, alla violenza fisica e verbale, all’egoismo, all’invidia e a quella mancanza generale di sensibilità verso gli altri. Il benessere che regna nella nostra società ci sta togliendo la compassione verso gli altri; chiusi nei nostri egoismi non alziamo lo sguardo verso il prossimo.
Eppure voglio credere che c’è un bene silenzioso di cui non ce ne accorgiamo. Ho proposto alla mia alunna degli esempi concreti, avrei potuto continuare ancora a lungo. Mi sorprende e mi rincuora la benevolenza che osservo in tanti uomini di buona volontà. In tanti piccoli gesti è nascosto un amore gratuito, che si diffonde silenzioso nelle nostre vite, non chiede il ricambio e non tiene conto di quanto fatto. Non conosce la vanità e, goccia dopo goccia, forgia le nostre esistenze lasciando sempre una traccia.
Tempo fa i bambini mi hanno regalato uno sticker a forma di cuoricino che io attaccai alla custodia del tablet che uso in classe; purtroppo con il tempo si è staccato lasciando però la sua impronta. Ho detto ai bambini che il bene lascia sempre un segno, così come è avvenuto nel caso dello sticker. È così: nella nostra storia ci sono i distacchi, le sofferenze, i traumi, i dolori, ma non sono solo questi eventi a segnare il nostro modo di essere. Siamo anche il frutto dell’amore ricevuto. Le carezze dei nostri genitori e l’amore sincero di chi ci vuole bene lasciano il segno, non andranno mai via. Cerchiamo l’amore nelle sue sfumature per tutta la vita e il bene che riempie i nostri cuori non ci lascia insensibili. Non farà rumore perché le cose autentiche trovano la luce nell’oscurità.
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