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RISTORATORI, ALLE NOZZE DI CANA GESÙ RIBALTA IL RISULTATO!

Ristoratori! Benvenuti alla prima puntata di «Si mangia da Dio», un nuovo format che verrà copiato in futuro, grazie al digitale celeste. Siamo a Cana, in Galilea, e c’è una bella festa di matrimonio. E la location è niente male: vogliamo dare un 8? Un 9? «Fate pure, avete scheda e matita – prende la parola uno degli invitati, con occhiali e pizzetto – Sappiate però che il mio voto può confermare o ribaltare il risultato».

Ma… attenzione! Una pecca nel menu: manca il vino! È un errore gravissimo in una occasione come questa. Lo sanno tutti: l’acqua arrugginisce, bisogna bere alla grande, altrimenti che festa è? Una mancanza imperdonabile: mette in imbarazzo sposi, commensali e camerieri. A proposito, che fine hanno fatto? Sono scappati in cucina dalla vergogna? Male anche il servizio, assente.

Per fortuna che c’è la Mary, arrivata qui col figlio Gesù. Non sta al suo posto. Che vuò fa la Mary a Cana, Mary-a-Cana, Mary-a-Cana? (uhm… mi devo segnare queste parole, potrebbe venire fuori piccolo stornello di successo…). «Non hanno vino». Bella scoperta, Maria, ce n’eravamo già accorti, lo sai? Il figlio, piuttosto, sembra poco socievole: «Donna, che vuoi da me?». Oh, giovanotto, ti pare questo il modo di rispondere? Ai miei tempi, nell’Antico Testamento, sì che c’era rispetto per i genitori… Lei però insiste e chiama persino i servitori (finalmente sono usciti, questi camerieri da quattro soldi). «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Qualsiasi? Se vi chiedesse di ballare il tip-tap sui tavoli, lo fareste? E se vi invitasse a urlare in ungherese? E se…

Il figlio del falegname ha un’altra ideona, ancora più strampalata: fa riempire le anfore di acqua. Proverà a spacciarlo per Pignoletto? Per vodka? Ma… assurdo: l’acqua è diventata davvero vino. Non c’è trucco e non c’è inganno e, cavolo, è pure buono. Ecco allora un uomo, colui che dirige il banchetto, andare dallo sposo e complimentarsi con un’osservazione da vero sommelier:

Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora.

Colui che dirige il banchetto (Gv 2,9)

Capito lo sposo? Prima combina il pasticcio di non fare i conti delle anfore (davvero pensava ne bastassero così poche? Aveva il braccino corto…), poi si prende pure le congratulazioni quando in realtà – lo abbiamo visto – il merito è tutto di Gesù. E sì, anche della Mary, che ha insistito un po’, invitando tutti a fidarsi di lui.

Arriviamo alla quarta e ultima categoria: il conto. Conto su Dio: mi è accanto nelle difficoltà, ma quando c’è aria di festa ha voglia di brindare pure lui. Mi serve il vino? Non si accontenta e mi porta quello migliore. Quando ho bisogno di un amico, me ne fa trovare tanti, eccezionali. Se mi sento solo, non si limita a una telefonata di cortesia ogni sei mesi, come si fa con i parenti rompiscatole, ma fa piovere dal cielo l’amore. Vuol fare le cose in grande, questo Figlio di Dio…

Da Cana è tutto, ristoratori, e non vi buttate giù: se la vita dovesse darvi dei brutti colpi, facendovi sentire come un’anfora vuota, sappiate che potreste essere riempiti del vino migliore!

Lorenzo Galliani

Giotto, Le nozze di Cana, Cappella degli Scrovegni (Padova)

Il vangelo di domenica 20 gennaio 2019

Gv 2, 1-11

Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Info Lorenzo Galliani

Giornalista e insegnante, ha scritto per Àncora «Hai un momento, Dio? Ligabue tra rock e cielo» (2018).

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