Poter lavorare al fianco dei bambini può rappresentare una grande risorsa. La loro visione della vita spensierata, fresca, leggera, aiuta il compito dell’insegnante che deve trasmettere dei concetti, arricchirne la cultura, stimolare delle riflessioni dei ragazzi; durante le mie lezioni raccolgo spesso piccole perle, frasi, disegni, osservazioni, battute che i miei alunni mi regalano. Come un collezionista metto da parte questi piccoli capolavori e ogni tanto rileggo con piacere le loro parole.
Pochi giorni fa un bambino di sette anni, Domenico, rispose alla domanda “cosa ti piace imparare di più a scuola?” in un modo molto significativo. “A scuola mi piace conoscere Dio perché è l’unica cosa vivente. In matematica ad esempio non c’è nulla di vivente a parte la maestra”. Stimolante pensare che un bambino cerchi Dio e soprattutto che lo veda come l’unica cosa vivente contrariamente alla matematica (maestra esclusa) e alle altre materie in cui non trova nulla di vivo. Ho riso a questa battuta ma, allo stesso tempo, ne ho colto la profondità. Spesso nelle frasi dei bambini si riscontrano ironia e inconsapevole saggezza.
I concetti religiosi vengono inevitabilmente ‘contaminati’ dal mondo esterno, dalla tv e dai cartoni animati. Nell’affermare che San Francesco è nato tra il 1181 e il 1182, un bambino di prima elementare esclamò: “…praticamente quando è nato Godzilla”. Non credo si possa datare la nascita di Godzilla in quel periodo ma… possiamo anche crederci.
Qualche giorno fa, spiegando la storia di Giuseppe, il figlio di Giacobbe, affermai che l’uomo fu venduto come schiavo ad un certo Potifar, capo delle guardie del faraone; dal fondo della classe qualcuno commentò: “Giuseppe è stato venduto a Spotify”. Potere delle app.
Federico, un mio simpaticissimo alunno, mi chiese qualche tempo fa: “Maestro qual è il tuo cantante preferito?”.
Risposi fornendo un piccolo indizio: “Si trova in cucina” (Zucchero).
Immediata la sua risposta: “Orietta Berti!”.
Sorpreso replicai: “Perchè Orietta Berti si trova in cucina?”
“Sì, a Masterchef”.
Quale geniale mente poteva fare un collegamento simile?
Per non parlare poi degli errori grammaticali. Abramo non era un pastore bensì “faceva il pascolaio”. Anche con le date non si scherza: sul libro di testo c’è scritto che San Paolo nasce tra il 5-10 d.C. e un mio alunno, alquanto distratto , mi disse che l’apostolo delle genti nacque “alle cinque meno dieci”. Sicuramente la cosa più divertente che abbia mai sentito riguarda Santo Stefano il quale “morì depilato” e non lapidato! Una morte decisamente più dolce.
Spiegando la vita al tempo di Gesù , dissi ai bambini di seconda elementare che a quel tempo i ragazzi e le ragazze si sposavano molto giovani. Pronta la risposta di Luigi, sette anni: “Allora io da un bel pezzo che sarei scappato!”.
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