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Home » A SCUOLA ACCENDIAMO I COMPUTER, MA SENZA SPEGNERE LA TESTA

A SCUOLA ACCENDIAMO I COMPUTER, MA SENZA SPEGNERE LA TESTA

Nel corso degli ultimi vent’anni il computer è progressivamente entrato nel mondo della scuola, rivoluzionando il metodo di insegnamento e di studio. Gradualmente docenti e alunni lo hanno introdotto nel loro modo di vivere l’esperienza scolastica; prima gli studenti a dire il vero, in quanto più rapidi ad acquisire le competenze tecnologiche rispetto agli insegnanti, alcuni dei quali ancora oggi mostrano dei limiti in questo ambito.

Rimango allibito quando alcuni insegnanti, guardando il computer, mostrano evidenti segni di disagio unito a spavento, quasi avessero visto un alieno. Alcuni addirittura, senza nemmeno un pizzico di amor proprio, dichiarano apertamente: “Io non so nemmeno come si accende”. Chi tra i docenti non ha mai sentito una frase del genere? La didattica di oggi non può fare a meno del pc e un insegnante deve necessariamente avere delle competenze di base per poter potenziare la propria metodologia d’insegnamento.

Al passo con i tempi

Nel corso del tempo le scuole si sono organizzate per fornire ai docenti e alle classi dei computer; come scritto in precedenza sulle biblioteche scolastiche, anche qui non possiamo tollerare che la scuola sia un luogo che ricicli vecchi computer regalati dalle famiglie o dismessi da qualche ufficio. I laboratori di informatica non possono somigliare ad un museo. In questi anni di insegnamento ho visto nelle aule molti pc obsoleti; i bambini e i ragazzi lasciano le loro case dotate di moderni mezzi informatici e, arrivati nelle aule, si trovano di fronte a delle vecchie macchine che fanno capire quanto il mondo della scuola sia arretrato in tal senso.

Da studente ricordo che per fare una ricerca bisognava avere in casa un’enciclopedia, comprata con grandi sacrifici da parte dei genitori. Prima di scrivere il testo sul quaderno, era necessario leggere e selezionare le informazioni da inserire. Si poteva arricchire il lavoro con un disegno o incollare delle immagini dopo aver acquistato dei fascicoli intitolati “le mie ricerche” che variavano a seconda dell’argomento.
Tutto questo è passato ed oggi i ragazzi, su internet, si trovano davanti ad un’esposizione di molteplici informazioni; navigare in internet, proprio come si naviga in mare, presenta dei rischi ed è per questo che le scuole dovrebbero fornire ai ragazzi delle informazioni adeguate per orientarsi. Se è vero che i ragazzi sanno usare il pc perché fortemente intuitivi, è altrettanto vero che non sempre sanno utilizzarlo correttamente sfruttandone le potenzialità in modo costruttivo.

Informazioni in viaggio

Oggi per uno studente presentare una ricerca ben fatta con immagini, stampata o addirittura realizzata in power point offre maggiori gratificazioni, inoltre è facilitata la condivisione tra gli studenti in classe attraverso la LIM. Nelle scuole secondarie ci sono delle piattaforme come Easyclass dove i ragazzi possono trovare il materiale didattico che gli insegnanti mettono loro a disposizione arricchendo quanto spiegato in classe. Tutte ottime innovazioni anche se, non va dimenticato, resta prioritario lo scambio umano tra docente e alunno.

Si parla delle “nuove tecnologie” che di fatto non sono poi così recenti: i mezzi informatici sono ormai diffusi in tutto il mondo e facilmente fruibili da molte persone. L’influenza che esse hanno avuto nella società deve coinvolgere anche la didattica, affiancando il lavoro dei docenti e aiutando i ragazzi nello studio, il che non implica l’abbandono della lezione frontale e il libro di testo. Il computer e i mezzi informatici possono rappresentare validi alleati nel processo di istruzione da sfruttare senza remore.

Leggi gli altri articoli in “Scuola”

Info Andrea Gironda

Andrea Gironda, nato a Roma nel 1974, è insegnante di religione nella diocesi di Roma. È autore del libro “Anche i pidocchi vanno in Paradiso” e con Àncora ha appena pubblicato "Chiedetelo ai vostri bambini".
Cura il sito www.andreagironda.it

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19 Dicembre 2018 By Àncora Editrice 1 commento

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