Tra le tante domande che quasi quotidianamente mi pongono i miei alunni, quelle su Babbo Natale mi mettono non poco in difficoltà.
Partiamo dal presupposto che per i bambini Babbo Natale è una speranza concreta, un personaggio atteso con trepidazione e desiderato con impazienza. Ogni tanto però tra di loro serpeggia il dubbio sulla sua reale esistenza: dietro al panciuto uomo vestito di rosso con la barba bianca potrebbe nascondersi qualcuno molto vicino alla famiglia? E così vengono da me per cercare una risposta autorevole: secondo il punto di vista dei bambini, io che rispondo a domande importanti su Dio e sulla vita, sicuramente saprò rispondere anche alla domanda sull’esistenza di Babbo Natale.
Davanti a questo interrogativo non mi resta che offrire la più diplomatica delle risposte: “Non saprei… mi occupo di altri argomenti e non ho un’idea precisa a riguardo…!”. Non posso certo infrangere il pensiero romantico di Babbo Natale, del resto anche io da bambino lo aspettavo, non senza qualche dubbio. Una volta ottenuta la mia vaga e poco soddisfacente risposta, i bambini iniziano simpaticamente a confrontarsi tra di loro. È bello che rimanga un romantico dubbio in merito; Babbo Natale non si può cancellare dal cuore di un bambino.
E chi porta i doni allora? I bambini mi riferiscono varie versioni sulla questione regali: alcuni sostengo che sia Gesù a portare i regali ai bambini, altri che Babbo Natale li porti a Gesù ipotizzando una improbabile catena di passaggio, altri ancora che Babbo Natale la sera fa il giro di tutte le case con tanto di slitta e renne… ma dove parcheggerebbe le renne? Misteri che meritano di non essere risolti perché è bello che rimangano tali.
Diventato oggi simbolo del Natale consumistico, Babbo Natale trae in realtà ispirazione dalla storia di San Nicola (270-343). Pare che il santo dimostrò la sua attenzione nei confronti di una famiglia ricca caduta in disgrazia; il padre aveva intenzione di far prostituire le sue figlie e così, per salvare le ragazze da questa misera condizione, San Nicola fece trovare, nell’anonimato, tre palle d’oro. Tale ricchezza fu la dote per permettere alle ragazze di sposarsi, salvandosi così dal loro terribile destino.
Ancora oggi è San Nicola, in alcune regioni del Nord, la notte tra il 5 e il 6 dicembre, a portare i doni ai bambini.
I bambini amano questa misteriosa figura, che osservano incantati. Vi siete mai travestiti da Babbo Natale? A me è capitato diverse volte e questo mi ha permesso di osservare gli occhi dei bambini come li vedrebbe Santa Claus. Alcuni anni fa, la mia ex maestra dell’asilo mi invitò nella sua scuola per portare i doni ai bambini travestito da Babbo Natale, con tanto di cuscino sotto la giacca per farmi apparire un po’ sovrappeso; nei volti dei piccoli c’era meraviglia e incanto. Addirittura, in un contesto più domestico, neanche i miei nipoti riuscirono a riconoscermi. La loro attenzione era letteralmente paralizzata dall’incontro con questo meraviglioso personaggio.
È bello che rimanga nel cuore di ogni bambino la figura di Babbo Natale. Quando si infrangerà questa realtà vorrà dire che si è diventati adulti; la fanciullezza termina quando si smette di credere a Babbo Natale e alla sua magia.
Da adulto non credo tanto nei regali, quanto piuttosto nei doni. Ne discuto spesso con i miei alunni. Un regalo si può acquistare nei negozi mentre un dono non ha prezzo. Può essere un po’ di tempo donato da una persona cara, il disegno di un bambino, un abbraccio, un sorriso o un pensiero che viene dal cuore: sono questi i doni che ricevo spesso.
È giusto continuare a credere in Babbo Natale, come una figura buona che in qualche parte di un mondo fantastico porti una ventata di gioia e di allegria. Bambini e adulti, non conta l’età, guardate fuori dalla finestra e che il vostro sogno non sia infranto, continuate a sognare le renne e il nonnino con la barba bianca che viene a donarci un sorriso.
Lascia un commento