Al Natale del 2021 e alla ripresa delle lezioni siamo arrivati purtroppo più o meno nelle stesse condizioni dello scorso anno, con le mascherine che coprono il sorriso di tutti noi a partire da quello dei bambini, con la minaccia del Covid sempre viva che costringe tutti ad un distanziamento che inizia a fare male per davvero. A scuola non ci è concesso di essere una comunità, fare quello che abbiamo sempre fatto: cantare, ballare, muoverci, suonare, invitare i genitori. Questi ultimi ormai sono diventati come dei personaggi televisivi, visibili solo da un monitor.
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EDUCARE È ANCHE DIRE DEI “NO” (MA SENZA ESAGERARE)
“Maestro, tu sei un nostro insegnante ma sei anche un papà. Ecco, è da tempo che volevo farti questa domanda. Vedi, a volte voi genitori e insegnanti dite dei no alle nostre richieste. Però a volte sarebbe più facile dire dei sì, eppure… dite dei no! Come ci si sente in questo senso? Non vi sentite un po’ “crudeli” quando dovete negarci ciò che noi bambini chiediamo?”.
[Leggi di più…]PERCHÉ SONO IMPORTANTI LE STORIE
Durante un dibattito in classe si è toccato il tema delle storie. I bambini sono i più ghiotti fruitori di storie; fin dalla loro tenera età i genitori raccontano fiabe, a volte per intrattenerli, altre volte per farli addormentare. Quanto sono belle le storie della buonanotte: le ultime parole di una giornata che accompagnano i piccoli nel mondo dei sogni. Storie lette dai genitori (tremo all’idea che possa essere un dispositivo informatico a leggere una favola), momenti importanti in cui si crea quell’atmosfera magica che, una volta cresciuti, non tornerà più. Ricordo di aver letto tante favole a mia figlia quando era piccola, un rituale che si ripeteva ogni sera: la sfida era a chi tra noi due si addormentasse prima, ma anche questo fa parte del copione per tanti genitori!
Le storie sono importanti tanto per i piccoli quanto per gli adulti. Nelle classi, anche quelle più turbolente, quando dico ai miei alunni “ora vi leggo una storia” cala improvvisamente il silenzio. Il livello di attenzione è sempre altissimo e la curiosità altrettanto viva. Attraverso le storie i bambini spaziano con la fantasia, colgono la morale e spesso esprimono il loro speciale punto di vista.
Nelle storie può succedere di tutto, la fantasia non ha limiti: cantano gli elefanti, ballano le zebre, gli uomini possono volare e le formiche saltare, i topolini nutrirsi di colori e fiori e parlare con le api… è questo il fascino delle storie. Si presentano all’uomo per soddisfare un bisogno che lo rende unico: nutrirsi di fantasia.
Oltre a leggerle sui libri penso a quanto possa essere bello poter raccontare la propria storia a qualcuno. Mi affascinano i racconti del passato; non ho mai conosciuto i miei nonni, sarà per questo che ascolto volentieri le storie degli anziani che incontro. Storie d’amore, di guerre, di vita agricola, di valori antichi. Mi riportano ad un tempo che non ho vissuto, immagino scene, sensazioni, persone ed emozioni. Raccontare la propria storia è uno dei doni più belli che si possa fare. Tra i banchi di scuola si studia la storia, conosciamo personaggi del passato, date, nomi, guerre, scoperte, eventi: eppure noi stessi siamo storie, ognuno di noi ha qualcosa da lasciare agli altri facendo sì che si possa oltrepassare la linea del tempo che ci è stato donato. Consiglio sempre ai miei alunni di fermarsi ad ascoltare le storie dei propri genitori e dei nonni, chiedendo loro in quale occasione si sono incontrati, cosa facevano da piccoli, quali luoghi hanno frequentato.
L’uomo si nutre di storie attraverso i film, i fumetti e le canzoni. Non ci stanchiamo di vedere e rivedere dei film che conosciamo bene, abbiamo bisogno di quelle storie dal finale già visto; probabilmente – proprio come accade per i bambini – ci rassicurano, sappiamo che il finale non potrà cambiare.
Gli eroi dei fumetti come Topolino, Paperino, Braccio di Ferro, Tex, Diabolik o Dylan Dog hanno accompagnato la crescita di diverse generazioni; intramontabili, hanno un pubblico affezionato che continua a leggere le loro storie a distanza di molti anni.
Anche le canzoni spesso raccontano delle storie; mi tornano in mente dei brani di Ivan Graziani o dei contemporanei Pinguini Tattici Nucleari. A volte la musica ha preso ispirazione dalla letteratura come nel caso di “Favola” di Eros Ramazzotti, ispirata da un racconto di Herman Hesse.
La Bibbia è un libro che si fonda sulle storie. I bambini ne sono affascinati, sentono i protagonisti a loro vicini. Nell’Antico Testamento affascinano le vicende di Mosè, del re Davide e del profeta Giona che finisce in un grosso pesce per aver disatteso le richieste di Dio, “proprio come Pinocchio” esclamano spesso i miei studenti. Ci sono poi le parabole e le storie che riguardano Gesù, piccoli racconti densi di significato. Il problema è che queste storie, offerte ai bambini fin dalla tenera età, non vengono approfondite e spiegate in età adulta lasciando inalterato quell’alone fiabesco che non è proprio dei testi sacri.
Continuiamo a nutrirci di storie, a raccontare e a scrivere favole. Le storie esistono perché ci fanno stare bene e ci ricordano una cosa importante, che la vita merita di essere raccontata.
PERCHÉ ESISTONO I BAMBINI?
Nell’esercizio quotidiano di ascoltare i bambini ecco arrivare da Nicole, otto anni, questa bellissima domanda: “Perché esistono i bambini?”.
La mia risposta di getto è stata tanto spontanea quanto sentita: per migliorare il mondo!
LE RICHIESTE DEI BAMBINI A DIO
Siamo a Gerico. Costretto dalla sua misera condizione di vita, ai lati della strada c’è Bartimeo. Come molti che si trovano nelle medesime condizioni, vive della carità degli altri; coloro che oggi definiamo “disabili” erano considerati, dalla legge del tempo di Gesù, dei peccatori e quindi giustamente puniti dalla divinità.
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