Quaranta secondi possono essere tantissimi. Soprattutto oggi, con i tempi frenetici ai quali ci siamo abituati. Siamo capaci di ascoltare una persona quaranta secondi senza intervenire? E di fare quaranta secondi di silenzio? Sembrano non passare mai.
Quaranta secondi è anche la durata della parte finale di una canzone di Cesare Cremonini, quantomeno nella versione live in duetto con Jovanotti. La canzone è “Mondo”: «Ho visto un posto/ che mi piace/ si chiama mondo». Quel mondo che oggi, chiusi in casa per l’emergenza coronavirus, non riusciamo a vedere.
Arriviamo a quel finale: «Crediamo nell’eternità» (nel video, da 4’30” da 5’10”). I due cantanti ripetono la frase per tutto quel tempo, chiedendo a più riprese la risposta dei fan.
È un gioco, nulla più, per coinvolgere il pubblico. Lo avrebbero potuto fare con qualsiasi frase di qualsiasi canzone. E, certamente, non c’era alcun intento legato al senso religioso, in questa iniziativa.
Però a me quel momento torna in mente, di tanto in tanto. Come in questi giorni che, in preparazione alla Pasqua, stiamo annunciando proprio questo: che «crediamo nell’eternità», che Gesù ci ha offerto attraverso la morte e risurrezione. Buona Pasqua, di cuore.
Vangelo di domenica 12 aprile 2020
Gv 20, 1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa.
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