“Eccomi sono la serva del Signore”.
Oggi non lo direbbe più nessuno. Tutti presi dai progetti di questa vita, ci avventiamo su di essi con bramosia, senza negarci nulla. Ogni lasciata è persa. Ogni occasione non sfruttata, ci lascia in bocca l’amaro di una felicità che non abbiamo prosciugato. Nessuno ha più voglia di vivere in maniera – come dire – un po’ dimessa, in punta di piedi. Nessuno ha voglia di essere preso per mano, ascoltare la voce di un altro, imboccare un sentiero che non si conosce e che non esibisce garanzie.
Ecco perché le parole di Maria sono rivoluzionarie. Tutti presi nella realizzazione di sé, c’è invece qualcuno che custodisce un sottofondo di umiltà: se Dio ha bisogno di aiuto, gli posso anche dare una mano. Non ho progetti miei in questo mondo, non ho ruote di pavone da allargare, non cerco ammirazione e attestati di merito. Ma se Dio ha bisogno, gli allungo volentieri una mano.
La fede è disponibilità a ricevere una forma. I vangeli ci presentano Maria in questa foggia senza pretese. In una mattina di primavera, ha appallottolato tutti i progetti che aveva cominciato ad elaborare, e li ha buttati nel cestino. Perché Dio aveva bisogno di altro.
Una cosa del genere, noi la facciamo tra mille resistenze. Però se c’è una vittoria sul narcisismo dilagante, è appunto questa. Mettersi in ginocchio davanti a Dio, ripetersi che si è solo servi inutili, e se lui avesse bisogno di svolgere qualche commissione, noi siamo qui apposta per quello.
Viene alla mente una scena di quel film che girarono qualche anno fa sulla storia di don Puglisi. Il prete era disperato, in quella parrocchia di cui non trovava il bandolo della matassa. Si mise in ginocchio, e pregò Dio: “Dimmi tu che cosa vuoi che io faccia”. Poco dopo comparsero dei bambini, e si buttò nella loro educazione. Un fotogramma dell’annunciazione c’è nella vita di ogni cristiano.
Guglielmo Cazzulani*
* nato a Milano nel 1967, insegnante di spiritualità, è parroco di San Bernardo in Lodi. Ha pubblicato con Àncora Editrice numerosi libri.
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Aveva la metà dei miei anni, cioè due volte più sincera. È quello che dicono delle donne nei film.