Il 18 maggio 1920 nasceva Karol Wojtyla. Un uomo, un Papa, che sognava una Chiesa giovane, e non solo per l’ «invenzione» delle Giornate Mondiali della Gioventù. Pubblichiamo di seguito un breve estratto del libro «Fuori dal recinto – Giovani, fede, Chiesa: uno sguardo diverso», di Alessandro Castegnaro (Àncora Editrice).
Il laboratorio della fede
Nel mese di agosto del 2000, davanti a due milioni di giovani dai quali sapeva come farsi ospitare, Giovanni Paolo II interpretò così il loro messaggio: fare della Chiesa “un grande laboratorio di fede”. Egli intuiva la necessità di passare, con i giovani, da una Chiesa museo a una Chiesa laboratorio. Una Chiesa museo è quella che conserva il deposito della fede senza lasciarlo toccare, con l’allarme attivato se ci si avvicina troppo e qualche custode pronto a rimproverarti. Questa Chiesa non interessa più se non ai collezionisti di ricordi.
C’è un proverbio polacco che dice: “Kto z kim przestaje, takim si? staje”. Vuol dire: se vivi con i giovani, dovrai diventare anche tu giovane. Così ritorno ringiovanito.
Giovanni Paolo II, a conclusione della Veglia preghiera di Tor Vergata, 19 agosto 2000
Una Chiesa laboratorio è una bottega che trasmette un sapere, un saper essere e un saper fare (di vita e di fede) e lo affida alla creatività di chi lo riceve, in modo che l’allievo superi possibilmente il maestro. È questa d’altronde, da sempre, la dinamica della fede, che nel tempo si tramanda attraverso un processo di traditio (trasmissione), receptio (accoglienza), redditio (rielaborazione).
I racconti dei giovani non dicono che essi non vogliono saperne della tradizione della fede, ma che vogliono prendersi il tempo di accoglierla (guardandoci dentro) e di rielaborarla. La vogliono smontare e rimontare, prendendo il rischio di commettere qualche sbaglio. Chiedono la logica del laboratorio e non quella del museo. È quanto a più riprese in questo testo è stato definito come processo di “personalizzazione della fede”. Vogliono “con-prendere” quello che viene loro trasmesso, il che significa un processo condiviso (con) e attivo.
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