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Home » I COLORI DEL PECCATO/1

I COLORI DEL PECCATO/1

La superbia

San Paolo ricordava ai fedeli di Corinto: «Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e a Apollo per vostro profitto perché impariate nelle nostre persone a stare a ciò che è scritto e non vi gonfiate d’orgoglio a favore di uno contro un altro. Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come non l’avessi ricevuto?» (1 Cor 4, 6-7).

Queste domande possono avviare la riflessione sul primo vizio capitale, la superbia, che si origina da un’opinione esagerata di sé dei propri meriti. Un cattivo sentimento che si accresce nel disprezzo verso gli altri e chiude l’orizzonte dell’uomo, che fa di se stesso il proprio fine.
Ma la superbia può portare anche all’autodistruzione, spingendo l’uomo in un baratro di falsa onnipotenza […]. Come Lucifero, «il portatore della luce» che, attraendo a sé la superbia, l’ha coltivata e diffusa per mezzo della seduzione e dell’inganno. Appunto: sfidare Dio, non ascoltarlo, col fine di sostituirlo. Il primo vizio capitale.

Il peccato originale secondo Tiziano

Un dipinto di Tiziano, databile al 1550, rappresenta l’episodio del peccato originale. Secondo il racconto della Genesi, l’albero della conoscenza del bene e del male è posto nel centro del giardino di Eden. Dio rivolge ai progenitori il monito di non mangiare i frutti di quell’albero, mentre sono liberi di nutrirsi di tutti gli altri. A questo punto entra in scena il serpente, «il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto» (Gn 3, 1).
Nel dipinto proprio un serpente sbuca dai rami dell’albero e, per essere più seducente, si presenta a Eva con le sembianze di un bambino. Incuriosita, la donna prende dalla manina diabolica il frutto del peccato, una corposa mela sulla quale l’artista si sofferma, passandoci sopra un tocco di pennello quasi fluorescente, proprio per ribadire che la storia che sta narrando inizia da lì.

Tiziano, Adamo ed Eva, 1550; olio su tela, 240×186 cm; Museo Nacional del Prado, Madrid.

La lettura dell’opera, dall’alto verso il basso, in quanto il peccato porta l’uomo a una bassezza sconfinata e lontano da Dio, continua con il gesto di Adamo che alza il braccio sinistro verso Eva, come se tentasse di fermarla. Il bimbo-serpente-diavolo, accorgendosi della ritrosia di Adamo, lo fissa negli occhi proprio perché vuole che anche «il primo uomo» si macchi del peccato capitale più grave tanto quanto Eva.

Si viene a creare così un dialogo emotivo intenso formato da sguardi e da gesti che vanno a tessere un immaginario triangolo, al cui vertice compare l’allegoria demoniaca anziché divina. Ad Adamo e a Eva da questo preciso momento «si aprirono gli occhi e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture» (Gn 3, 7). Ecco che la vergogna, la fatica, il dolore e la morte entrano nel mondo e da adesso tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato, come afferma san Paolo: «Per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati costituiti peccatori» (Rm 5, 19).

Solo pochi bagliori di luce creano un piccolo cono luminoso in un cielo dove si sono addensate molte nubi, chiara allusione all’ira divina che sta per compiersi. Tiziano, quindi, riesce a impaginare più momenti nella stessa narrazione: il peccato e la sua conseguenza, non ricercando alcun equilibrio, in quanto il peccato cancella l’armonia e la bellezza nel giardino di Eden. L’uomo, lasciandosi sedurre dal demonio, interrompe il rapporto di fiducia con Dio e travalica quel limite che gli era stato imposto al momento della Creazione.

L’uomo a cui Dio concede la libertà pecca proprio nell’eccesso della libertà stessa, trasgredendo volontariamente. Come afferma sant’Agostino, «la superbia è allontanarsi da Dio e convertirsi a sé» (De civitate Dei 12, 6).

Testo tratto dal libro “I colori del peccato” di Silvia Rondini (Àncora, 2019)

L’autrice

SILVIA RONDINI, laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università di Pisa, nel 2009 ha fondato l’associazione culturale “A regola d’Arte”, agenzia educativa della Provincia di Pistoia, per la quale svolge l’attività di docente di storia dell’arte nel sistema dell’Educazione degli Adulti di diversi Comuni toscani e organizza visite guidate a mostre su tutto il territorio nazionale. Insegna Lettere nella scuola secondaria di primo grado.

Visita il sito: Associazione Culturale A Regola d’Arte

Leggi anche: I COLORI DEL PECCATO

Info Àncora Editrice

Àncora è una casa editrice d’ispirazione cattolica. Un marchio da sempre sinonimo di testi di spiritualità ma sempre aperto alla cultura contemporanea. Per tutti i «cercatori di Dio» affamati di parole che rispondano ai più profondi interrogativi dell’uomo.

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19 Dicembre 2018 By Àncora Editrice 1 commento

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