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LA SFIDA TRA DAVID E GOLIA E LA SFIDA DI MICHELANGELO

Le grandi opere d’arte in 3 minuti

Il David di Michelangelo: uno dei massimi capolavori di scultura di tutti i tempi: è lo stupore la prima reazione che investe l’osservatore di questa opera d’arte immortale. La sfida tra David e Golia e la sfida di Michelangelo


Michelangelo Buonarroti ,1501-1504 , marmo a tutto tondo , 517×199 cm, Galleria dell’Accademia, Firenze

1.

1. Un blocco di marmo conservato per anni in attesa di essere scolpito. Così inizia il viaggio dell’opera di Michelangelo che portò il Vasari nelle sue “Vite” a commentare: “e certo chi vede questa non dee curarsi di vedere altra opera di scultura fatta nei nostri tempi o negli altri da qual si voglia artefice…”

Intorno alla metà del Quattrocento l’Opera del Duomo di Firenze insieme ai  consoli dell’Arte della Lana  danno vita ad un progetto  molto ambizioso che prevede la realizzazione di dodici statue per decorare l’esterno della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. E su quel blocco di marmo alto oltre 5 metri – “il gigante”- si cimentano Agostino di Duccio e Antonio Rossellino, due abili e raffinati scultori del Rinascimento fiorentino.

Ma il blocco presenta troppi taroli, troppe venature irregolari ed è fratturato alla base ed i i due scultori rinunciano all’incarico. Il blocco ritorna in un magazzino fino agli inizi del Cinquecento quando, l’ambizioso progetto viene ripreso e l’incarico viene affidato a Michelangelo, scelto tra nomi quali Andrea Sansovino e Leonardo. Michelangelo accoglie la commissione come una sfida, come un David  che sfida Golia e vince. Porta a compimento un’opera considerata  un’icona  non solo del Rinascimento fiorentino ma del Rinascimento italiano.

2.

Michelangelo attende alla lavorazione del David dal settembre del 1501 al maggio del 1504 e, come un amante geloso della propria amata, come testimoniano i pagamenti dall’Opera del Duomo, lavora da solo la sua scultura realizzando una fitta ed alta impalcatura per celarla da sguardi indiscreti. L’artista sa che deve realizzare un soggetto religioso e viene affascinato dal racconto immortalato nel primo libro di Samuele dove il giovane pastore David affronta il gigante Golia capo dei Filistei. Esile e senza l’armatura offerta dal re ebreo Saul, il ragazzo “prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nella sua sacca da pastore, nella bisaccia; prese ancora in mano la fionda e si avvicinò al Filisteo”. (I Sam. 17,40)

A differenza dei precedenti sublimi esempi forniti da Donatello e da Andrea del Verrocchio che avevano scolpito il David come un adolescente vittorioso su Golia, il giovane Michelangelo decide di raffigurare un uomo atletico nell’immediato momento precedente allo scontro. David, come un dio greco, è in piedi ed il  suo corpo è pervaso da una meditata tensione in ogni suo centimetro. Lo schema compositivo attinge dalla statuaria classica e ricorda quello del Doriforo di Policleto con la struttura a chiasmo che regala equilibrio ed armonia alla figura. Infatti al braccio sinistro piegato nella cui mano David nasconde forse una pietra, corrisponde la staticità della gamba destra che sorregge la figura. Così come al braccio destro affusolato e disteso lungo il fianco destro, risponde a contrappunto la gamba sinistra in posizione flessa che fa abbassare la linea dei fianchi.

E tutta questa armonia contribuisce ad esaltare un corpo nudo pieno di vibrante tensione dove tendini, muscoli ed ogni piega della carne non danno spazio a gesti violenti ma aiutano a leggere l’opera con calma. A rendere partecipe chi la osserva del fatto che sta per avvenire.

3.

E l’energia che traspare dalle mani e da tutto il corpo viene alimentata e veicolata anche dallo sguardo vigile ed espressivo di David. Con la testa ruotata verso la sua sinistra, ci mostra da dove proviene Golia, da dove proviene il male. Il marmo quindi non appare più freddo ed inerte ma prende vita. Così come David diventa un gigante mentre Golia resta solo un “grande” sconfitto.

Il David di Michelangelo incarna pertanto il simbolo della fede e del coraggio che trionfano sulla bruta violenza. Ma si carica anche della vittoria della ragione, dell’intelligenza e della lucidità in un momento molto delicato per la città di Firenze che aveva cacciato la famiglia dei Medici ed aveva appena dato vita ad una Repubblica.

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About Silvia Rondini

Laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università di Pisa, nel 2009 ha fondato l’associazione culturale “A regola d’Arte”, per la quale svolge l’attività di docente di storia dell’arte nel sistema dell’Educazione degli Adulti di diversi Comuni toscani e organizza visite guidate a mostre su tutto il territorio nazionale. Insegna Lettere nella scuola secondaria di primo grado.

Comments

  1. DANIELA BETTELLA says

    22 Aprile 2021 at 13:07

    Ma esiste voce, magari documentata sulla reazione popolare? Le cronache dell’epoca riportano gli effetti e gli ‘affetti’ dimostrati dal popolo minuto? La partecipazione popolare almeno in questi eventi (mi riferisco ad es. ai giorni della prima collocazione del del David) è stata ritenuta degna d’esser raccontata?

    Rispondi

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