Mi piace, il racconto della trasfigurazione. Anche se qualcosa – anzi, molto – resta sempre misterioso. E forse è proprio per questo che affascina. La veste di Gesù diventa “candida e sfolgorante”, racconta Luca.
“Come la luce”, precisa Matteo. L’evangelista Marco aggiunge un dettaglio che può apparire persino comico: «Nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche». Decontestualizzata, questa frase potrebbe sembrare persino lo spot di un detersivo. Invece indica che non c’è una mano umana dietro questa presenza. Il «lavandaio» è Dio in persona.
«Non sapeva quello che diceva»
Pietro, Giacomo e Giovanni si svegliano e vedono Gesù con Mosè ed Elia. Lecito pensare di stare ancora sognando. «È bello per noi essere qui», dice Pietro. «Non sapeva quello che diceva», taglia corto l’evangelista. Sembra quasi che voglia liquidarlo. Mi piace pensare – ma non ci vuole nulla a smentirmi – che in realtà Luca voglia dirci che Pietro è all’inizio di un innamoramento. Da un lato, è meravigliato, attratto da quella situazione («è bello per noi essere qui»). Dall’altra, è in quella fase di piena confusione: non sa quello che dice, è in pappa totale.
Entusiasmo e rimbambimento sono due componenti che si trovano spesso all’inizio di una qualsiasi storia d’amore. E non è detto assolutamente che il tempo, che pure ci cambia, le faccia diminuire di quantità e qualità.
Un tempo per ascoltare
Pietro parla, ma niente, gli viene detto di ascoltare. Così alla fine lui, Giovanni e Giacomo «non riferirono a nessuno ciò che avevano visto». Perché l’amore è fatto di manifestazioni esteriori, di occhi che luccicano e parlano da soli. Ma anche di ascolto, e momenti da tenere nel cuore, per renderli più preziosi. Arriverà anche per Pietro il momento di annunciare quello che ha visto e sentito. Ma non è ancora questo. Adesso ha il diritto di essere un uomo meravigliato e un po’ rimbambito per questo nuovo incontro col Signore. Non deve fare proprio nulla: solo lasciarsi travolgere da questo tsunami di felicità.
Il vangelo di domenica 17 marzo 2019
La Trasfigurazione di Gesù (Lc 9, 28-36)
Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
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