«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà», dice Gesù nel vangelo di domenica 26 maggio. Ma cos’è l’amore?
Ci sono due canzoni, su questo tema, dal titolo opposto. Ma, paradossalmente, si rincorrono l’una con l’altra. «L’amore esiste», canta Francesca Michielin. «L’amore non esiste», rispondono Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè.
L’amore esiste
La canzone, del 2015, è stata scritta da Fortunato Zampaglione. «Può nascere dovunque/ anche dove non ti aspetti», inizia il brano, andando a mostrare prima l’imprevedibilità dell’amore («può crescere dal nulla/ e sbocciare in secondo», «può crescere da solo/ esaurire come niente»), poi gli effetti: «l’amore bagna gli occhi/ l’amore scalda il cuore». E ancora: «può renderti migliore e cambiarti lentamente/ ti dà tutto ciò che vuole/ e in cambio non ti chiede niente».
L’amore, infine, si riconosce in un incontro: «L’amore mio/ sei tu».
L’amore non esiste
L’amore non esiste, replica il trio Fabi/ Silvestri/ Gazzè. «È il più comodo rimedio alla paura/ di non essere capaci a rimanere soli». Qui l’amore è qualcosa che ci si racconta, è un’auto illusione. E così è un’illusione anche il matrimonio: «Vuoi tu prendere per sposo questa libera creatura/ finché Dio l’avrà deciso o solamente finché dura?». Insomma, si dichiara un amore pur senza provarlo, si nega la realtà. Ma il testo apre uno spiraglio: l’amore non esiste «ma esistiamo io e te/ e la nostra ribellione alla statistica/ un abbraccio per proteggerci dal vento/ l’illusione di competere col tempo/ e non c’è letteratura che ci sappia raccontare/ i numeri da soli non riescono a spiegare/ l’amore non esiste, esistiamo io e te»
L’amore ci chiama
Cosa prendere da entrambi i brani? Da quello di Francesca Michielin la certezza dell’esistenza dell’amore. Non si vede, ma c’è (aggiungiamo, sottovoce, anche se non è il tema della canzone: anche Dio! E, tra l’altro, «Dio È amore», per citare la seconda lettera di Giovanni).
Dalla canzone di Fabi/ Silvestri/ Gazzè arriva un impegno alla responsabilità personale, racchiuso in quel “ma”. L’amore non esiste “ma” esistiamo io e te. Un mio professore alla Facoltà di Teologia diceva che non ha senso parlare di dialogo tra le religioni, come se fossero realtà fisse, immutabili, inanimate: «Esiste il dialogo tra persone di diverse religioni». L’amore non esiste, non nelle nostre vite almeno, se lo aspettiamo come il piatto che si sta scaldando al micro-onde. Non esiste “ma” esistiamo io e te (genitore e figlio, fidanzato e fidanzata, marito e moglie) e la nostra attenzione quotidiana per averne cura.
Il vangelo di domenica 26 maggio
Gv 14, 23-29
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
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