Le mani di Maria «parlano» dalle opere d’arte in cui compaiono: sono state mani di bimba, di sposa, di donna felice, di madre affranta, mani che hanno sperimentato la terra e il cielo, sono diventate soprattutto mani di madre per tutti gli uomini, mani di grazia per «gli esuli figli di Eva».
Chiudiamo il mese di maggio, tradizionalmente il mese dedicato a Maria, con altri capolavori dell’arte che la ritraggono e in cui le sue mani diventano chiavi di lettura delle opere stesse.
Mani che piangono
Asciugano lacrime le mani di Maria nel dipinto del Mantegna invaso dalla figura fortemente scorciata del Cristo morto. Di fatto, appare solo una mano di Maria, e riprende nel dorso la visione delle mani di Gesù trapassate dai chiodi della croce. Il dolore della Madre non ha qui alcuna idealizzazione, così come è assolutamente priva di idealizzazione la morte del Cristo, che diviene così ampia, invasiva e totalizzante, da occupare tutto il dipinto.
Il pianto della Vergine è tutto lì nelle sue mani, ed è un pianto senza conforto: gli altri due personaggi che appena si intravedono, presumibilmente Giovanni e la Maddalena, sono a loro volta soli nel loro lutto. Gesù non è, come nelle tradizionali immagini delle «pietà», sostenuto dalle braccia di sua Madre, appoggiato alle sue ginocchia: lui giace da solo su un tavolo duro e gelato, e a lei non resta che piangere desolatamente. Questa immagine è disperatamente terrena, senza nulla di simbolico o di divino.
Per Gesù è semplicemente venuto «il tempo di morire» dopo che aveva avuto quello «di nascere», e per sua Madre è venuto, inevitabilmente, il «tempo di piangere».
Mani che pregano
È vero che i pastori sono venuti per adorare Gesù, ma in questo dipinto del Lotto è sua Madre che, inginocchiata sulla sua stessa paglia, congiunge le mani in preghiera per adorare il Bambino. Queste mani di Maria, morbide e affusolate, si dispongono orizzontalmente e in modo parallelo al corpo di Gesù.
Pregano le giovani mani di Maria; pregano e adorano, pregano forse perché stia lontano un pensiero assillante, perché questo Bambino bellissimo, nato da lei, abbracci soltanto un agnello uguale a tutti gli altri agnelli della terra, senza premonizioni né allegorie. Maria prega perché quelle ante della finestra, che hanno i legni a forma di croce, non rimandino a nessun destino futuro, ma siano solo i legni di una finestra contro un banale tramonto, come quello di tutti i giorni sulla terra. Le mani di Maria adorano quel piccolo Bimbo tutto suo e già così poco suo, e lo pregano perché il suo cuore regga alla bellezza dei suoi riccioli biondi e alla volontà che lui già esprime di incamminarsi con decisione verso la strada che è venuto a percorrere.
Bruno dice
Bellissime riflessioni, grazie