Le Cronache di Narnia sono una miniera preziosa di riferimenti al Vangelo, a partire dalla Passione, morte e risurrezione di Aslan, che si mostra come un leone ma altro non è, nelle intenzioni dell’autore C.S. Lewis, che il Figlio di Dio in un mondo fantastico.
Sacrifica la sua vita per salvare Edmund, che si era lasciato tentare dalla Strega Bianca, e risorge perché quando un innocente si offre per un volontario “la tavola di pietra si spezza” e “persino la morte torna sui suoi passi”.
La scimmia e l’asino
Anche il vangelo di domenica 17 novembre (Lc 21, 5-19) ci rimanda alle Cronache di Narnia. “Badate di non lasciarvi ingannare – dice Gesù – Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro!”. Un’affermazione alla quale si lega con evidenza l’ultimo racconto di Lewis (posso dire? A mio parere il più bello, e con distacco… anche se sfortunatamente non è stato tratto un film).
I primi due protagonisti del racconto sono la scimmia Cambio e l’asino Enigma. Furba la prima, ingenuo il secondo. Trovano per caso la pelle di un leone, vittima di un cacciatore. Aslan ormai da tanti anni non si mostra a Narnia (il perché non è dato sapere, ma forse… le sue vie non sono le nostre vie). Così, la scimmia decide di coprire il povero asino della pelle di leone, e di spacciare così lui per Aslan. Lo esporrà a nani, fauni e alle creature fantastiche, che obbediranno a degli ordini insensati – anzi, pure dannosi per loro stessi – assecondando la sete di ricchezza della scimmia.
Quando l’inganno verrà svelato, le conseguenze non svaniranno di colpo: ci sarà infatti chi, per un bel po’ di tempo, non crederà più in nessun Aslan, per timore di fare di nuovo la figura del credulone. Eppure il vero Aslan esiste eccome, e veglia e protegge Narnia più di quanto chiunque possa pensare.
“Badate di non lasciarvi ingannare”. Il male – dal serpente di Genesi 3 alla vecchina di Biancaneve – non si presenta quasi mai come una potenza negativa, che mostra i muscoli e cerca di annichilirti. Non subito, quantomeno. Prima di tutto, cerca di ingannare, e presentarsi come altro rispetto a ciò che è. Dice Gesù: “Siate semplici come le colombe” (Matteo 10, 16), ma, prima ancora “prudenti come serpenti”. Perché la fede ha bisogno di intelligenza.
Il vangelo di domenica 17 novembre
Lc 21,5-19
Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
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