Il video è diventato virale un paio d’anni fa, e riproposto con varianti diverse. Il tema di fondo è sempre lo stesso: un insegnante organizza una gara di corsa mettendo in palio 100 euro ma, prima di iniziare, decide di cambiare le carte in tavola.
Invita infatti a fare due passi in avanti a chi ha i genitori ancora sposati, a chi è cresciuto con una figura paterna in casa. E ancora: due passi per chi ha avuto una istruzione di alto livello e non ha mai dovuto lavorare per aiutare la propria famiglia. Infine, un bonus di due passi anche per chi non ha mai dovuto cercare i soldi per il prossimo pasto. Una volta esaurite tutte le condizioni, la distanza tra i primi e gli ultimi e molto ampia, al punto da compromettere la gara: chi è rimasto sulla linea di partenza, perché non chiamato in causa dall’insegnante, non ha chance di vittoria.
È un gioco, ma anche la metafora della vita. Della vita terrena. Non tutti partiamo sulla stessa linea. Non per questo non si deve correre, ma certamente non si possono considerare dei meriti ciò che sono, semplicemente, dei colpi di fortuna. Per esempio, se siamo nati in un Paese non in guerra, non abbiamo alcun merito. E chi invece si trova nella condizione opposta, non ha colpe e dunque è ingiusto lanciargli un giudizio, dall’alto verso il basso.
“Vi sono primi che saranno ultimi, e ultimi che saranno primi”, dice Gesù. Un’affermazione che sembra essere parente stretta di quella del vangelo di due domeniche fa: «A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Chi, come me, ha ricevuto tantissimo, deve preoccuparsi almeno un poco. Perché la vera ingiustizia è ignorare il fatto che in tantissimi, dai bambini nelle baraccopoli a quelli rimasti orfani, iniziano la loro corsa da blocchi di partenza lontani 100 chilometri.
La speranza è di arrivare tutti insieme, felici, al traguardo.
Il vangelo di domenica 25 agosto
Lc 13, 22-30
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
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