Semola compie la profezia, estraendo la spada dalla roccia. Eppure nessun cavaliere gli crede. «Oggi si è compiuta questa Scrittura», dice Gesù dopo aver letto il brano del profeta Isaia nel quale si annuncia la venuta del liberatore. Ma nessuno gli dà credito; anzi, di lì a poco cercheranno di ucciderlo. Il primo è un aspirante scudiero, gracile e per nulla coraggioso. Sul secondo si sparge la voce in sinagoga: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».
Non sono creduti perché non si presentano bene. Il re deve essere forte e valoroso, il nuovo Messia è strano, fin troppo, che sia il figlio del carpentiere. Due storie molto diverse, ovviamente, ma tenute insieme dall’incredulità di chi ascolta. O meglio: sceglie di non ascoltare. Di chi si è costruito la sua profezia, sa già come andranno le cose. Poi, quando resta spiazzato dalla rivelazione, preferisce negare la realtà che il proprio pregiudizio.
Nel finale, le due storie prendono strade diverse. Semola-Artù viene trascinato davanti alla roccia, e costretto a estrarre di nuovo la spada, in modo che tutti possano vedere e, pur con qualche diffidenza residua, arrendersi alla verità. Gesù no, e mette subito le mani avanti: non farà miracoli a comando
«Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria»
Lc 4, 23
Segni e miracoli arriveranno presto, e ci raggiungono oggi a duemila anni di distanza. Ma occorre seguirlo, anche nelle terre a noi straniere. «Nessun profeta è ben accetto nella sua patria»: per vedere occorre seguirlo davvero, oltrepassando barriere e confini, uscendo dalle nostre certezze.
Il vangelo di domenica 3 febbraio 2019
Lc 4, 21-3
Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 2C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Eric dice
raggiungono oggi a duemila anni di distanza.
cb01nuovo.net dice
la sensazione di essere di buon umore, ci dà un film