“Maestro, ne parlavo ieri con mia madre. Discutevamo sulla preghiera. Lei mi ha detto che pregare è importante, però secondo me… beh sì, è importante… penso però che Dio sappia già tutto. Come posso chiedergli qualcosa se Lui già sa di cosa ho bisogno? Se è Dio lo saprà, no?!?“
È una domanda interessante questa di Teresa, una mia alunna di quarta, che con la sua famiglia vive un percorso di fede intenso. Teresa non è nuova a domande importanti ed io trovo sempre un incanto nella spontaneità dei bambini.
Teresa ha centrato il tema con grande precisione e il suo ragionamento non fa una piega: Dio sa di cosa ho bisogno, chi sono io per chiedergli qualcosa? Mi trova d’accordo, la fede è totale affidamento a Dio, chi crede afferma con gioia “sia fatta la tua volontà”; la sua e non la nostra.
A tutti capitano quei periodi in cui non sappiamo cosa fare davanti a scelte importanti: un nuovo lavoro, una nuova casa, un viaggio… Decisioni che a volte ci fanno perdere il sonno. Bivi davanti ai quali non sappiamo quale strada intraprendere. Cosa fare? La persona di fede non può che affidarsi a Dio e chiedergli che sia Lui ad essere lampada per i suoi passi e luce sul suo cammino (Sal 119,105).
È il modello della preghiera del Getsemani, in cui Gesù, più che chiedere aiuto al Padre nel momento dell’abbandono e della disperazione, si affida totalmente alla Sua volontà, consegnando se stesso al suo destino.
Dopo aver offerto a Teresa questa spiegazione ho ritenuto opportuno ricordarle anche un altro aspetto della preghiera molto importante. Gesù stesso nel Vangelo di Matteo invita gli uomini a chiedere: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto” (Mt 7,7-8). Pertanto è lecito chiedere, bussare alla porta di Dio ed esprimere un desiderio. Anche davanti al dubbio e allo smarrimento è bene chiedere; come affermava Teresa, sarà Lui a decidere se è giusto o sbagliato ciò che chiediamo.
Nella preghiera spesso chiediamo piccoli o grandi miracoli ma, alla fine, dobbiamo metterci del nostro per realizzarli.
Tempo fa lessi un libro interessante di Giacomo Poretti (quello del trio Aldo, Giovanni e Giacomo), uomo di animo profondo. Mi colpì un passaggio toccante in cui l’autore ricorda la malattia terminale di una zia e l’affetto con cui i parenti riuscirono a consolarla prima di morire. “Mi sono messo a pregare; poco dopo ho capito che sarebbe stato inutile pregarlo di restituirle la vita, e allora ho espresso una preghiera strana e, forse, nemmeno troppo impegnativa per Lui: l’ho pregato di togliere la paura a quella nostra amica, di toglierle l’angoscia di sentirsi sola e abbandonata in quel momento terribile. […] E forse ho capito. Ho compreso che quel miracolo che chiedevo a Lui, non solo era possibile, ma era già realizzato. […] Lui ci indica il modo, ma gli artefici del miracolo siamo noi. Noi con Lui. I miracoli bisogna desiderarli, ma soprattutto bisogna avere voglia di realizzarli: noi con Lui, o meglio, Tu con noi. Noi preghiamo, ma forse ancora di più prega Lui, e forse prega così: «Speriamo che la smettano di delegarmi, speriamo che capiscano che sono un loro alleato… Ah, quanto vorrei fare delle cose insieme a loro!” (Giacomo Poretti, Alto come un vaso di gerani).
Nelle parole di Teresa vedo tutta l’innocenza e la fede semplice tipica dei bambini, un faro per noi adulti. Teresa affida la sua mano a Dio, come farebbe con la sua mamma prima di attraversare una strada. Ai bambini vengono insegnate, nelle ore di catechismo, le preghiere tradizionali; devono studiarle a memoria, imparare bene quelle parole con cui hanno pregato i loro genitori, i nonni fino ai più remoti antenati. Così accade oggi e così accadeva quando io ero bambino. Il problema è che i bambini non ne comprendono il significato perché le preghiere non vengono spiegate loro. E i bambini di oggi, più di quelli di ieri, si pongono tante domande.
Alle preghiere che conosciamo a memoria preferisco di gran lunga quelle dei bambini, semplici, spontanee, dirette, senza troppi fronzoli. Quante volte ascoltiamo in chiesa preghiere che dovrebbero essere state scritte dai bambini ma che di fatto non lo sono.
Teresa mi ha ricordato la preghiera più bella: Dio fai tu, tanto lo sai.
Andrea Porretti dice
In verità in verità vi dico se non sarete come questi bambini non entrerete nel Regno dei Cieli, parola di Gesù