È diventato uno degli slogan di riferimento di questo periodo, per farsi coraggio gli uni con gli altri. “Andrà tutto bene” rimbalza tra i social, viene scritto negli striscioni appesi fuori dalle finestre. In questo periodo così complicato, abbiamo bisogno di parole rassicuranti.
Il Vangelo della Passione di Gesù, che ascolteremo (a distanza) domenica 5 aprile (la domenica delle Palme) ci mette davanti a un’altra situazione drammatica. O, meglio, un’altra storia che sembra essere arrivata al capolinea. Gesti prodigiosi, parole di speranza: tutto molto commovente, ma adesso Gesù è lì. Arrestato, picchiato, crocifisso. Fine. Anzi no.
Non ho la pretesa di commentare il periodo che stiamo passando con l’emergenza coronavirus – né tantomeno il vangelo – con una canzone. Però ce n’è una che, in questo periodo, torna a ronzarmi in testa. Il titolo è, appunto, “Andrà tutto bene”.
Canta Nesli: “Amo questa vita all’infinito/ Amo l’infinito in questa vita”. Quante sono le briciole di infinito che ci stanno mancando, in questo periodo: le passeggiate al parco, le partite di pallone, incontrare gli amici. Perché la videochiamata è un ottimo strumento per mettersi in contatto, ma vedersi di persona non ha prezzo. Penso anche all’infinito nella vita di Gesù. Dio che si fa uomo. Ovviamente Nesli non intendeva fare questo collegamento, ma le canzoni quando vengono cantate partono in direzioni imprevedibili, e ciascuno le fa sue a proprio modo.
Faccio mio anche l’invito a voltare lo sguardo verso l’alto: “Se guardi il cielo/ non sei più solo”. Nelle difficoltà di ieri e di oggi, nelle Passioni che stanno vivendo i malati di coronavirus e le loro famiglie, ci sia almeno un frammento di speranza: non sono soli.
E non per un hashtag o uno striscione, ma per una vera Presenza che sta accanto a loro, che a loro dice – mi perdoni Nesli se cito ancora una volta la sua canzone – che “non è finita”.
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