Ho ereditato da mio padre l’abitudine a riascoltare tante volte la stessa canzone, quando mi piace. In questi mesi, non c’è giorno nel quale non senta “Sempre e per sempre” di Francesco De Gregori: «Sempre e per sempre tu/ Ricordati, dovunque sei/ Se mi cercherai/ Sempre e per sempre/ Dalla stessa parte mi troverai».
È una canzone dolce, un po’ triste perché si parla di un distacco, eppure rassicurante: mi troverai dalla stessa parte.
Nel vangelo di domenica 17 maggio (Gv 14, 15-21), Gesù sta dicendo ai suoi amici che «ancora un poco e il mondo mi vedrà più». Ma rassicura: «Voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete». Un attimo prima li aveva confortati annunciando che sarebbe sceso su di loro lo Spirito, «perché rimanga con voi per sempre».
Cos’è questo Spirito? Gesù non si sofferma in spiegazioni. Così come – fatte le debite proporzioni – non si dilunga il protagonista della canzone di De Gregori: in che modo resterà vicino? Non lo dice, ma rassicura: «Dalla stessa parte mi troverai». Anche davanti al distacco, c’è una promessa da accogliere. In vista di un sempre per sempre.
Il vangelo di domenica 17 maggio
Gv 14, 15-21
In quel tempo, Gesù disse: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
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