Il protagonista era sempre l’onorevole Pietropaolo Gandi, un deputato di centrodestra interpretato da Fabio De Luigi. La serie, “Scherzi ad Arte” (all’interno di Mai dire Domenica), spernacchiava lo storico programma “Scherzi a parte”, alludendo al fatto che le vittime degli scherzi fossero tutt’altro che inconsapevoli di quanto stesse accadendo loro. Una recita, per farla breve.
Così, l’onorevole Gandi si ritrovava nel suo macchinone, a dialogare con l’autista (Massimo Lopez), declamando tutte le proprie virtù in diretta televisiva, ben sapendo di essere inquadrato, e infatti di tanto in tanto puntava lo sguardo sulle telecamere, come una “vera” vittima di uno scherzo non farebbe mai.
In questa puntata che proponiamo, per esempio, l’onorevole si sta recando all’inaugurazione di un orfanotrofio: i piccolini, dice sempre fingendo di non essere inquadrato dalle telecamere, “da oggi avranno un lettino caldo e tanti giocattoli grazie a questi 50mila euro che ho voluto donare io personalmente”. E subito parte la lacrima facile, che i telespettatori-elettori avranno modo di apprezzare.
L’autista deve però frenare, perché è in corso una manifestazione di operai. L’onorevole stacca un lauto assegno, in modo da garantire loro “i beni di prima necessità, come il digitale terrestre”. Gli operai rifiutano, spiegando che non li vogliono perché… “siamo su Scherzi ad arte!”. Con tanto di finta sorpresa del personaggio interpretato da De Luigi.
Essere servi inutili, ossia servi che non cercano l’utile. Questo ci chiede Gesù, nel vangelo di domenica 6 ottobre. Il bene fatto per avere in cambio qualcosa, fosse anche stima o considerazione, puzza di finto, di “Scherzi ad arte”. Si fa il bene e basta, riconoscendo di aver fatto “quanto dovevamo fare”. Felici così. Senza neppure bisogno di sbandierarlo ai quattro venti. Quello lasciamolo all’onorevole Gandi.
Il vangelo di domenica 6 ottobre
Lc 17, 5-10
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Lascia un commento