Il comune di Gragnano è famoso per due eccellenze: la pasta e il polistrumentista Enzo Donnarumma. Il leader degli ormai dispersi Members of God da qualche tempo ha riunito un collettivo di prestigiosi artisti internazionali con i quali ha realizzato una interessante trilogia ispirata al segno della croce: “In the Name of the Father” (2015), “In the name of the Son” (2017) e il recente “In the Name of the World Spirit” (2020).
I tre cd partono da una comune origine progressive metal per assumere sfumature diverse a seconda della persona trinitaria in oggetto. “In the Name of the Father” vedeva musicate delle preghiere classiche con uno stile poliedrico e variegato; “In the name of the Son” presentava diversi riferimenti alla vita di Gesù con connotazioni musicalmente più aspre e dure; mentre in “In the Name of the World Spirit” s’intravede l’azione dello Spirito Santo nella quotidianità degli uomini e delle donne di ogni tempo.
In questo terzo episodio, accanto alle atmosfere mediorientali tanto care a Donnarumma, che ricordano band come Myrath ed Orphaned Land, si aggiungono contaminazioni gospel grazie anche alla partecipazione del coro Weza Meza del Congo, presente in ogni brano. Non a caso nel titolo si parla di “World Spirit”, infatti le varie sonorità sembrano rappresentare un punto d’incontro fra diverse culture.
Questa volta si parla di Gospel Metal, a tratti World Music, sempre avvolti in pervasive orchestrazioni che talvolta si sovrappongono creando audaci controtempi.
È doveroso nominare almeno qualcuno della squadra che ruota attorno al disco, che vede anche i contributi di Kobi Farhi (Orphaned Land), Marty Friedman, Maria Londino e Francesco Romeggini (S91), Ralf Scheepers (Primal Fear), David Brown (Metatrone), Mark Zonder (Fates Warning, Warlord), Gary Wehrkamp e Brian Ashland (Shadow Gallery), Nicholas Leptos (Warlord, Arrayan Path), Derek Corzine e Amulyn Braught Corzine (Whisper from Heaven), Philip Bynoe (Steve Vai), Alessandro Battini (Dark Horizon), Claudia Coticelli e Clara People, Mr Jack e altri.
Già dall’intro il pensiero ci porta alle atmosfere di musical o colossal, un po’ “Jesus Christ Superstar, un po’ “Jesus Christ The Exorcist” di Neal Morse , un po’ “Le mille e una notte”, ecc. Ma l’ensemble lascia comunque un’impronta personale che lo distingue da altre produzioni metal, come è ben chiaro dai video pubblicati fino ad ora: “Last Weep”, “Nothingness (It’s Everyone’s Fate)” e “Try To Put In Pit The Fear” con la voce del meraviglioso musicista israeliano Kobi Farhi, ospite specialissimo anche nei video tratti dai due precedenti album.
Non basta un ascolto per riuscire ad entrare nella logica del cd, ce ne vuole qualcuno di più , ma ne vale la pena, anche solo per il respiro universale dell’opera.
Per approfondimenti: www.facebook.com/enzoandtheglory
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