A poche settimane dall’inizio della scuola primaria, una mia giovane studentessa mi chiede: «Come mai quest’anno non abbiamo festeggiato Halloween?».
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PERCHÉ SONO IMPORTANTI LE STORIE
Durante un dibattito in classe si è toccato il tema delle storie. I bambini sono i più ghiotti fruitori di storie; fin dalla loro tenera età i genitori raccontano fiabe, a volte per intrattenerli, altre volte per farli addormentare. Quanto sono belle le storie della buonanotte: le ultime parole di una giornata che accompagnano i piccoli nel mondo dei sogni. Storie lette dai genitori (tremo all’idea che possa essere un dispositivo informatico a leggere una favola), momenti importanti in cui si crea quell’atmosfera magica che, una volta cresciuti, non tornerà più. Ricordo di aver letto tante favole a mia figlia quando era piccola, un rituale che si ripeteva ogni sera: la sfida era a chi tra noi due si addormentasse prima, ma anche questo fa parte del copione per tanti genitori!
Le storie sono importanti tanto per i piccoli quanto per gli adulti. Nelle classi, anche quelle più turbolente, quando dico ai miei alunni “ora vi leggo una storia” cala improvvisamente il silenzio. Il livello di attenzione è sempre altissimo e la curiosità altrettanto viva. Attraverso le storie i bambini spaziano con la fantasia, colgono la morale e spesso esprimono il loro speciale punto di vista.
Nelle storie può succedere di tutto, la fantasia non ha limiti: cantano gli elefanti, ballano le zebre, gli uomini possono volare e le formiche saltare, i topolini nutrirsi di colori e fiori e parlare con le api… è questo il fascino delle storie. Si presentano all’uomo per soddisfare un bisogno che lo rende unico: nutrirsi di fantasia.
Oltre a leggerle sui libri penso a quanto possa essere bello poter raccontare la propria storia a qualcuno. Mi affascinano i racconti del passato; non ho mai conosciuto i miei nonni, sarà per questo che ascolto volentieri le storie degli anziani che incontro. Storie d’amore, di guerre, di vita agricola, di valori antichi. Mi riportano ad un tempo che non ho vissuto, immagino scene, sensazioni, persone ed emozioni. Raccontare la propria storia è uno dei doni più belli che si possa fare. Tra i banchi di scuola si studia la storia, conosciamo personaggi del passato, date, nomi, guerre, scoperte, eventi: eppure noi stessi siamo storie, ognuno di noi ha qualcosa da lasciare agli altri facendo sì che si possa oltrepassare la linea del tempo che ci è stato donato. Consiglio sempre ai miei alunni di fermarsi ad ascoltare le storie dei propri genitori e dei nonni, chiedendo loro in quale occasione si sono incontrati, cosa facevano da piccoli, quali luoghi hanno frequentato.
L’uomo si nutre di storie attraverso i film, i fumetti e le canzoni. Non ci stanchiamo di vedere e rivedere dei film che conosciamo bene, abbiamo bisogno di quelle storie dal finale già visto; probabilmente – proprio come accade per i bambini – ci rassicurano, sappiamo che il finale non potrà cambiare.
Gli eroi dei fumetti come Topolino, Paperino, Braccio di Ferro, Tex, Diabolik o Dylan Dog hanno accompagnato la crescita di diverse generazioni; intramontabili, hanno un pubblico affezionato che continua a leggere le loro storie a distanza di molti anni.
Anche le canzoni spesso raccontano delle storie; mi tornano in mente dei brani di Ivan Graziani o dei contemporanei Pinguini Tattici Nucleari. A volte la musica ha preso ispirazione dalla letteratura come nel caso di “Favola” di Eros Ramazzotti, ispirata da un racconto di Herman Hesse.
La Bibbia è un libro che si fonda sulle storie. I bambini ne sono affascinati, sentono i protagonisti a loro vicini. Nell’Antico Testamento affascinano le vicende di Mosè, del re Davide e del profeta Giona che finisce in un grosso pesce per aver disatteso le richieste di Dio, “proprio come Pinocchio” esclamano spesso i miei studenti. Ci sono poi le parabole e le storie che riguardano Gesù, piccoli racconti densi di significato. Il problema è che queste storie, offerte ai bambini fin dalla tenera età, non vengono approfondite e spiegate in età adulta lasciando inalterato quell’alone fiabesco che non è proprio dei testi sacri.
Continuiamo a nutrirci di storie, a raccontare e a scrivere favole. Le storie esistono perché ci fanno stare bene e ci ricordano una cosa importante, che la vita merita di essere raccontata.
SIMM TUTT’UNO, PAROLA DI AVITABILE (E JOVANOTTI)
Il mese di ottobre, dai tempi di Carlo Martello nel 1572, è dedicato alla preghiera del Rosario. Buon per voi se siete riusciti a rispettare “la tradizione” ricordandovi di recitare, magari in famiglia o tra amici, una coroncina al giorno. Molto probabilmente lo ha fatto Enzo Avitabile, che al polso indossa un regalo speciale: un rosario realizzato con noccioli di oliva dai frati minori rinnovati di Scampia.
Artista immenso dal cuore grande, Enzo è stato definito da “La Civiltà Cattolica”, la voce di quelli che vivono nelle periferie esistenziali del mondo.
Tra le ultime apparizioni per il “grande pubblico” ricordiamo la partecipazione a Sanremo 2018, quando con Peppe Servillo presentò “Il coraggio di ogni giorno”, il tributo a Renato Carosone nel Sanremo 2021 e le apparizioni sul palco del Jova Beach Party, in giro per la penisola.
Proprio in occasione degli eventi estivi di Lorenzo è nato il brano “Simm’ tutt’uno”, che ha raccolto in una sorta di jam session anche il sassofonista camerunense Manu Dibango e l’ensemble dei percussionisti Bottari Di Portico.
Il brano può facilmente ricordare le tante esortazioni di papa Francesco al percepirci “sulla stessa barca”, come sistemi interconnessi che necessitano di rispetto e apertura reciproca, ma riviste secondo un arrangiamento world music, tra lo stile a cui Jovanotti ci ha abituati e la musica napoletana.
Dalle pagine Instagram dei due artisti rimbalzano le foto di Jovanotti ed Enzo insieme e le didascalie lasciano presupporre nuove collaborazioni in studio, magari per il nuovo album del rapper romano e dal vivo per l’edizione 2022 del Jova Beach Party.
«Fare musica con Enzo Avitabile è un viaggio bellissimo», ha dichiarato Cherubini sul social: «Oggi registriamo i battiti dei nostri cuori. Poi vi racconto!»
Lo stile festoso del musicista di Marianella (il quartiere di Napoli in cui, nel 1696 è nato anche sant’Alfonso Maria de’ Liguori) ben si coniuga con i concerti estivi, con la voglia di stare insieme alla gente, ma attraverso la sua musica Avitabile amplifica il grido di dolore e la ricchezza umana dei tanti che vivono ai margini della società.
Le tematiche sociali e religiose non sono nuove per il musicista partenopeo che nel 2006 è stato convocato in Vaticano assieme a Davide Van De Sfroos per un concerto che portava il titolo di “Sacro Sud, Santo Nord”, dal quale è stato tratto il CD “Sacro Sud, devozioni dialettali nel cemento”, dedicato al compaesano sant’Alfonso, che raccoglie titoli suggestivi come “Rosario della madonna delle grazie” , “Madonna Nera”, ecc.
Per approfondimenti: instagram.com/enzoavitabile.official/
e http://www.enzoavitabile.it/
LA FEDE CHE SUPERA IL MURO DELLA TRISTEZZA
È stato recentemente pubblicato il nuovo video di Mirael, “La tua ferita”, secondo estratto, scelto tra le 15 tracce del fortunato album “Sentire l’amore”: una sorta di colonna sonora di ispirazione biblica che spazia tra sonorità pop, blues, reggae, reggaeton, orchestrale, elettronica.
[Leggi di più…]PERCHÉ ESISTONO I BAMBINI?
Nell’esercizio quotidiano di ascoltare i bambini ecco arrivare da Nicole, otto anni, questa bellissima domanda: “Perché esistono i bambini?”.
La mia risposta di getto è stata tanto spontanea quanto sentita: per migliorare il mondo!