Gesù è nato e già deve fuggire. Ancora una volta, Giuseppe è l’uomo dell’ascolto: l’evangelista Matteo per due volte lega, in modo preciso e persino minuzioso, le parole dell’angelo alle azioni del carpentiere: “Alzati”/ si alzò; “prendi con te il bambino e sua madre”/ prese il bambino e sua madre; “fuggi in Egitto”/ si rifugiò in Egitto.
A proposito: non l’abbiamo già visto questo Egitto? È qui che un altro Giuseppe (figlio di Giacobbe) aveva accolto i propri fratelli, che anni prima, invidiosi di lui, l’avevano venduto a dei mercanti di schiavi. L’Egitto è terra di perdono, ed è anche la terra nella quale – sempre per una carestia – Abramo aveva trovato rifugio. Ma è in Egitto che il popolo di Israele conosce la schiavitù, dalla quale verrà liberato da Dio (e da chi, sennò?) attraverso Mosè.
Incontriamo un Egitto che accoglie, dunque, e un Egitto che respinge. E non è – ovviamente – una questione limitata al Nordafrica. Qualunque Paese può accogliere o respingere, e così ogni persona, nei confronti dell’altro, è davanti allo stesso bivio.
Giuseppe, con la sua famiglia, in Egitto è un altro. È un “diverso”. Eppure è accolto. Chissà se anche a lui hanno chiesto: “E tu, che faccia hai?”, come in questo simpatico – ma intelligente – video realizzato dagli studenti dell’Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno (Bologna). Davanti al bivio – accogliere o respingere – anche l’ironia aiuta a scegliere.
Il vangelo di domenica 29 dicembre
Mt 2, 13.15.19-23
Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato mio figlio.
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
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