“Veniva nel mondo la luce vera”. Lo recepisco in modo particolare, questo passaggio del vangelo di Giovanni, da quando – pochi giorni fa – ho fatto l’intervento laser agli occhi. Rassicuro subito: tutto a posto, niente di particolarmente invasivo (ne ho parlato qui, ad ogni modo).
Ma sono diventato tremendamente sensibile alla luce, e la sua presenza è per me problematica come quella dell’aglio per un vampiro o quella di uno juventino per un interista. Mi è stato detto che devo abituarmi e ci vorrà tempo, e quindi aspetto (posso fare altro, forse?). Nel frattempo, so che quando esco di casa e la flebile luce di un sole invernale mi colpisce, anche se ho gli occhiali da sole posso essere colpito come un pugile da un gancio al mento, e prima di riprendermi passa del tempo. Da occhialuto, potevo fissare senza problemi le luci dell’auto, oggi invece detesto ogni mezzo di trasporto che incontra la mia strada (“Perché non sono rimasti a casa, oggi?”).
Tra le poche certezze che ho nella vita, c’è questa: la colpa non è della luce. Sono i miei occhi non sono in grado di accoglierla. Lo saranno, credo e spero. Ma, per adesso, mi limito a scrivere questo articolo con la luminosità minima dello schermo e indossando di tanto in tanto gli occhiali da sole. C’è un’altra luce che non è stata accolta, ci dice Giovanni. “A quanti però lo hanno accolto – aggiunge – ha dato potere di diventare figli di Dio”. Che, da qualunque parte la si guardi (per l’appunto), sembra essere una cosa piuttosto bella. Buon anno, con l’augurio di avere tutti gli occhi pronti ad accogliere la luce vera. Non serviranno occhiali da sole, ma un cuore aperto.
Il vangelo di domenica 5 gennaio
Gv 1, 1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
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