Jake Sully deve prendere una decisione. O stare dalla parte del colonnello Quaritch e degli umani, che vogliono impossessarsi dei ricchi giacimenti di unobtainium, o dalla parte del clan Na’vi, umanoidi alti tre metri e con la pelle blu striata.
All’inizio il problema non si pone: Jake è dalla parte della “famiglia” umana, e ci mancherebbe altro. Per questo accetta di trasferire la propria coscienza in un “avatar” (ossia un corpo simile a quello di un Na’vi) che non soffre l’atmosfera tossica del satellite Pandora.
L’incontro con la principessa Naytiri (una Na’vi) ribalta le prospettive: Jake fa amicizia con coloro che, fino a poco tempo prima, avrebbe dovuto distruggere. La stessa Naytiri gli ha salvato la vita, inizia ad apprezzare il rapporto di questo popolo con la natura.
Schierarsi con Na’vi costerà caro a Jake, e lui lo sa.
“Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? – domanda Gesù ai suoi discepoli -. No, io vi dico, ma divisione”. Scegliere il bene costa fatica, specie se dall’altra parte c’è un’opzione che si presenta come più comoda o, quantomeno, meno rischiosa.
Farsi comandare dal capitano Quaritch, e da ciò che questi rappresenta, in fondo, sembra molto più semplice. C’è però, appunto, quel “farsi comandare”, una strada che non porta verso la libertà.
Il vangelo di domenica 18 agosto
Lc 12, 49-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
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